Il CPI degli Stati Uniti di gennaio è cresciuto del +0,3% contro stime di un aumento del +0,20% su base mensile. Su base annua, la crescita è +3,10%, era stimata a +2,90%, comunque in rallentamento da +3,40% del mese precedente. La componente "core" meno volatile è risultata in aumento del +0,4% da +0,3% stimato. La crescita su base annua è invariata a +3,90%, contro stime di +3,70%. Si resta tuttavia sul ritmo più lento da metà 2021. Il processo di rallentamento dell'inflazione prosegue a un ritmo meno veloce del previsto: entrambi i dati sono sopra l'obiettivo teorico fissato dalla FED al +2%. Il mercato ha reagito istintivamente vendendo Bond e comprando Dollari, nella prospettiva di tassi più alti più a lungo. Scattano le vendite sui bond governativi. Bond Usa a dieci anni sale a 4,27% da 4,18%. Bund a 2,40% da 2,36%. Le borse scendono.
Allo stato attuale, i mercati hanno completamente escluso la possibilità di un taglio Fed a marzo e anche una mossa a maggio viene considerata decisamente in forse. La maggioranza degli economisti concorda nel dire che non ci sono gli estremi per un cambio di politica da parte della banca centrale Usa nel breve e collocano la prima riduzione del costo del denaro in estate, al Fomc di giugno o di luglio - uno scenario che potrebbe essere comunque messo in dubbio se l'inflazione continuasse a sorprendere al rialzo.
Tagliate anche le aspettative sull'allentamento Bce: dopo i dati Usa, i mercati prevedono un totale di 110 punti base nel 2024 dai 120 prezzati in precedenza.
Numerosi gli interventi in calendario oggi per i banchieri di Francoforte. Ieri il capo economista Lane ribadiva che l'inflazione si va raffreddando ma eventuali tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo.
L'attenzione del mercato sarà rivolta alle statistiche sul Pil dell'area euro nel quarto trimestre. L'attesa è per una conferma del dato diffuso il 30 gennaio scorso, secondo cui il Prodotto interno lordo è rimasto invariato nell'ultima frazione del 2023 su base trimestrale, evitando per un soffio la recessione tecnica. A sostenere l'economia del blocco, nonostante la contrazione in Germania, soprattutto la forte crescita in Spagna e Portogallo e un modesto aumento in Italia. A proposito della Germania ieri una fonte ha detto che Berlino ridurrà la previsione per la crescita di quest'anno allo 0,2%.
Da Eurostat, anche i numeri sulla produzione industriale di dicembre.
A gennaio l'inflazione britannica ha registrato un +4,0% su anno, al di sotto del consensus per +4,2%, e una flessione di 0,6% su mese, oltre le attese per -0,3%.