Il miglioramento dell'outlook di Moody's giunge mentre inizia una settimana importante nel confronto tra Roma e Bruxelles, da dove domani è atteso il pronunciamento della Commissione Ue sulla legge di Bilancio dell'Italia per l'anno prossimo su cui, secondo diversi osservatori, il barometro indica 'sereno'. Per Morgan Stanley, la Commissione Ue domani non respingerà la manovra italiana né ne chiederà una seconda versione visto che in questi casi - come successe nel 2018 e nel 2019 - una tale decisione fu preceduta da una lettera di avvertimento. Archiviata la tornata autunnale delle agenzie di rating sul tavolo del confronto restano, oltre all'esborso dei fondi del Pnrr, la riforma delle regole del patto di Stabilità - con un eventuale accordo da forgiare prima dell'Ecofin dell'8 dicembre - e la ratifica da parte dell'Italia della riforma del Mes, questioni legate a doppio filo.
Il PNRR è stato fondamentale nella decisione sul rating, insieme al rafforzamento del sistema bancario. Da notare inoltre come Moody’s abbia di fatto recepito la stessa stima della commissione europea sul deficit/Pil 2024 (4,4%), di fatto in linea con quella del governo (4,3%). Moody’s infine ha preso atto dell’impatto positivo dell’inflazione sul costo del debito 2023. Può sembrare infatti controintuitivo, ma il calo dell’inflazione di fatto ha lievemente fatto calare il costo del debito, quasi il 15% del nostro debito pubblico è indicizzato all’inflazione.
Destinato a registrare in seduta un calo dei rendimenti e del premio al rischio tra Italia e Germania sul tratto decennale, il secondario italiano comincerà a scambiare dal livello di 4,36% per il tasso del marzo 2034 e da 176 punti base per lo spread tra Btp e Bund, su piattaforma Refinitiv. Già la seduta di venerdì aveva visto una decisa flessione, poi parzialmente corretta, dei rendimenti dei Btp scesi nel caso del decennale fino a 4,25%, minimo da inizio settembre, e in quello dello spread a un soffio da 170 punti base. La flessione dei rendimenti delle ultime sedute - cui ha contribuito un certo ottimismo da parte degli investitori per il verdetto di Moody's - si spiega anche con la prospettiva di tagli dei tassi da parte della Bce il prossimo anno.
Qualche dettaglio in più sul futuro dei tassi negli Usa invece arriverà nei prossimi giorni dalle minute dell'ultimo meeting Fed. Il mercato ha pressoché del tutto escluso altri rialzi dei tassi e vede una chance del 30% di un allentamento monetario a partire da marzo.
Dollaro al minimo da due mesi sulle convinzioni degli investitori che negli Usa i tassi abbiano raggiunto il picco.
La borsa del Giappone ha toccato stanotte i massimi degli ultimi ventitré anni, dopodiché, appesantita dal terzo giorno di apprezzamento dello yen, ha invertito la rotta.
Le banche commerciali cinesi hanno confermato le condizioni sul prestito, in continuità con la decisione annunciata a inizio mese di non toccare i tassi d’interesse. Lo yuan si rafforza sul dollaro per il quinto giorno consecutivo.
Dai future di Wall Street non arrivano indicazioni sull’avvio della prima seduta della settimana del Giorno del Ringraziamento: giovedì il mercato finanziario degli Stati Uniti è chiuso per festività, di solito, anche il giorno venerdì ne risente, soprattutto in termini di volumi scambiati.