L`attenzione degli investitori resta sulle banche centrali, mentre alla luce dei recenti dati macro si ragiona sulla fine dell`inasprimento e sulla tempistica di possibili tagli.
I verbali dell'ultimo Fomc - 31 ottobre/1 novembre, quando per la seconda volta di fila i banchieri centrali statunitensi hanno lasciato i tassi invariati al 5,25%-5,50% -, in calendario questa sera, potrebbero offrire qualche indicazione in questo senso. In particolare, secondo alcuni analisti, sara` interessante valutare quale impatto l'aumento dei rendimenti obbligazionari ha avuto sulla decisione di non intervenire in quella riunione.
Da allora i banchieri centrali statunitensi hanno invitato alla pazienza e ad un approccio cauto, osservando che il mercato del lavoro comincia a ribilanciarsi ma l'inflazione resta troppo alta.
Guardando ai derivati, gli investitori escludono praticamente del tutto, tuttavia, altri rialzi dei tassi e vedono una chance di oltre il 50% di una riduzione di almeno 25 pb a maggio.
Un taglio Bce è scontato al 70% in aprile, per un decremento complessivo di circa 95 pb entro dicembre 2024, sebbene anche da Francoforte continuino a ribadire che e` decisamente troppo presto per cominciare a parlare di allentamento monetario. Per il consigliere francese Francois Villeroy de Galhau, i tassi hanno raggiunto un plateau che probabilmente manterranno per i prossimi trimestri.
Con un'agenda macro particolarmente scarna oggi, il focus sarà ai numerosi interventi in programma da parte di membri apicali del board, in testa Christine Lagarde che prenderà la parola ad un evento nel pomeriggio.
Stando alle previsioni di Bundesbank, la prima economia dell`Eurozona, alle prese con una grave recessione dell'industria, vedrà probabilmente ancora una contrazione nel trimestre in corso e la ripresa sarà difficile, sebbene ci siano alcuni segnali che indicano un possibile miglioramento all'inizio dell'anno prossimo.
Il dollaro perde terreno in un mercato convinto che il ciclo di irrigidimento della Fed sia ormai finito.