CAFFE’ ESPRESSO

28 luglio 2023 - Alla fine la BoJ è quella che muove di più i mercati.

A scandire l'ultima seduta la scontata decisione Bce di portare il costo del denaro della zona euro sul nuovo massimo dal 2000, nono rialzo consecutivo, senza escludere una possibile pausa a settembre e confermando l'approccio basato esclusivamente sui dati macro e sulle aspettative di inflazione. Il mercato ha interpretato il messaggio Bce in chiave evidentemente 'dovish', come dicono la discesa dei rendimenti e il forte deprezzamento dell'euro. Rivolgendosi alla stampa, Christine Lagarde ha definito l'outlook di breve termine "deteriorato" e precisato che in sede di consiglio non si è parlato di una riduzione del bilancio.

 

Francoforte ha annunciato anche un inatteso azzeramento della remunerazione sulle riserve obbligatorie che le banche della zona euro devono mantenere presso l'istituto centrale. La misura, calcolano gli analisti, avrà sulle banche europee una ricaduta negativa di circa 6 miliardi.

 

Appuntamento clou sul fronte macro europeo i numeri tedeschi su inflazione e crescita, dal valore particolarmente rilevante dopo le posizioni espresse ieri dal consiglio Bce.

 

Dopo il deludente risultato dei primi tre mesi dell'anno, sul prodotto interno lordo della prima economia della zona euro le attese indicano per il secondo trimestre un recupero congiunturale di 0,1% ma un tasso annuo destagionalizzato ancora in calo di 0,3% dopo il -0,5% dei tre mesi al 31 marzo.

 

 

In arrivo nel primo pomeriggio l`indice prezzi 'core' Pce di giugno, sempre molto monitorato in ottica Fed specialmente dopo che mercoledì Jerome Powell ha lasciato aperta la porta ad un'ulteriore stretta a settembre. Il consensus vede un rallentamento su base sia congiunturale sia tendenziale rispettivamente a +0,2% da +0,3% di maggio e a +4,2% da +4,6%.

Stando a numeri diffusi ieri, l'economia statunitense è cresciuta più rapidamente del previsto nel secondo trimestre.

Si è da poco conclusa con una conferma dell'orientamento ultra-espansivo di politica monetaria la riunione dell'istituto centrale nipponico. Il costo del denaro resta stabile a -0,1% e l'obiettivo per il tasso del decennale intorno a zero. Quanto alla controversa politica di controllo dei rendimenti, il margine di tolleranza rimane dello 0,5% ma la banca centrale dichiara che intende applicarla con "maggiore flessibilità". La soglia di 0,5% non sarà più considerata un limite ma un semplice riferimento. Banca del Giappone si impegna ad acquistare titoli decennali in operazioni al tasso fisso di 1%, a segnale che la soglia di tolleranza è salita rispetto al precedente 0,5%. A livello tendenziale e di indice 'core', l'inflazione di Tokyo si attesta in luglio a 3% contro 2,9% della mediana delle attese e dopo il 3,2% di giugno.

Si apprezza lo yen dopo la decisione di Banca del Giappone di un approccio più flessibile nel controllo dei rendimenti.

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