CAFFE’ ESPRESSO

15 marzo 2023 - In rialzo i tassi rispetto ai minimi di lunedì in attesa della Bce domani.

In febbraio, l'inflazione USA segna un rialzo del 6%, in frenata dal +6,4% di gennaio, il dato è in linea con le aspettative e il più basso da settembre 2021. Il dato congiunturale è dello 0,4% in linea con le attese ed in calo dallo 0,5% di gennaio. Al netto delle componenti volatili, parliamo quindi dell'inflazione di riferimento (core), il mese scorso l'incremento anno su anno è stato del 5,5% da +5,6%, in linea con il consensus. Mese su mese il rialzo è stato dello 0,5%. Buona parte dell'aumento è da imputare alla componente affitti, quella che da mesi è scatenata. Complessivamente, il dato di oggi mostra che l'inflazione è appiccicosa e scende pochissimo, dall'altra parte, non ci sono le brutte sorprese viste nei mesi scorsi. Alla luce di questa indicazione, sale l'ipotesi di un rialzo dei tassi da 25 punti base il 22 marzo, viene meno quella di uno stop temporaneo alla stretta monetaria. Questa mattina il mercato future prezzava ben 75 pb di taglio per la fine dell’anno: una assunzione forte a meno di pensare ad una crisi finanziaria vera e propria. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 3,60% in rialzo di circa 5 cent. dai minimi; rialzi ben più corposi sul due anni dopo il crollo di ieri sotto il 4% oggi siamo al 4,23%. Secondo alcune istituzioni il movimento dei tassi anticipa l'approssimarsi della recessione. Il rallentamento dell'economia dovrebbe essere la conseguenza della stretta sul credito che si sta profilando all'orizzonte. L'hard landing, ovvero, l'atterraggio non morbido del ciclo, dovrebbe essere quindi il risultato di una maggiore attenzione delle banche nei confronti della politica di erogazione dei prestiti. In questo contesto, alla Federal Reserve, non basterà rallentare o fermare il rialzo dei tassi, la banca centrale sarà costretta a tagliare il costo del denaro nella prossima riunione. Siamo dell’idea che inflazione e l’aumento del rischio interbancario saranno considerati opportunamente ma non porteranno ad un cambio delle politiche monetarie: gli strumenti da utilizzare sono diversi, per cui riteniamo di confermare un rialzo di 25 cent. come decisione più probabile alla riunione Fed della prossima settimana. Per quanto riguarda la Bce, questa non verrà influenzata dalle vicende californiane: confermiamo come ipotesi un rialzo di 50 cent. dopodomani. Il Bund 10 sale al 2,37% da 2,25% di ieri, l’Irs 10 è al 3% da 2,96%; il Bund 2 sale a 2,86% da 2,67%, l’Irs 3 anni da 3,36 a 3,40%. Il punto di arrivo dell’Euribor sale di 10 cent. al 3,60% per settembre (era sopra il 4% la scorsa settimana).

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