L'improvviso fallimento di SV Bank non dovrebbe impedire alle banche centrali di proseguire nel loro percorso di inasprimento monetario, stante un'inflazione ancora molto lontana dal target, ma potrebbe senz'altro indurre una maggior cautela per i meeting in programma questo mese, dicono gli analisti.
Per la Bce, che si riunisce giovedi', i mercati prezzano ora una maggiore possibilita' di un incremento da 25 pb che non da 50; quanto alla Fed - il Fomc e' in calendario il 21-22 marzo - la probabilita' di tassi invariati in quell'occasione e' salita al 50%, eguagliando quella di un +25 pb, con alcuni operatori che sottolineano come l'istituto centrale americano potrebbe prendersi una pausa per poi riattivare la stretta, sebbene il percorso resti molto incerto. Gli strategist di Nomura sono passati a prevedere che l'istituto possa gia' decidere di tagliare i tassi la prossima settimana.
Si e' assistito parallelamente ad un sostanziale repricing sui tassi terminali, con il pivot che appare ora piu' vicino. Rispetto a mercoledi' scorso, le attese su quelli Bce si sono ridotte di 87 pb, quelle Fed di 90.
Con i mercati scossi dai timori legati al crollo di SV Bank, assumono ancora maggior importanza i dati finali sull'inflazione Usa di febbraio in agenda nel pomeriggio: numeri più alti delle attese metterebbero la Fed tra l'incudine e il martello. Il consensus converge su un congiunturale a +0,4% e un tendenziale a +6,0%.