Seduta volatile in particolare ha visto i rendimenti sul segmento breve della curva della zona euro salire ai massimi da diversi anni. Il tasso del 2 anni italiano si è spinto fino a 3,91%, massimo da luglio 2012. A innescare il movimento i commenti di Powell, che nell'audizione semestrale al Congresso - oggi alla Camera - ha aperto la porta a una Fed più aggressiva sui rialzi dei tassi, che alcuni danno al 6%. I mercati ora prezzano almeno il 70% di possibilità di un rialzo Fed da 50 punti base al meeting del 22 marzo rispetto a circa il 30% del giorno prima.
In vista del meeting della settimana prossima assume particolare rilevanza l'intervento della presidente Bce Lagarde che la scorsa settimana ha detto che ulteriori aumenti dei tassi dopo marzo sono "possibili" ma che dipenderanno dai dati. Il mercato intanto prezza pienamente un tasso di deposito al 4% entro la fine dell'anno.
Sul fronte macro, la produzione industriale tedesca ha mostrato in gennaio un incremento del 3,5% contro attese per un rimbalzo dell'1,4% congiunturale.
Alle 11 sarà la volta della revisione del Pil nella zona euro del quarto trimestre, con il consensus che è per un ritocco al ribasso a livello congiunturale, a zero dallo 0,1% della stima 'flash', e per una conferma del tendenziale all'1,9%.
In attesa dei dati sul lavoro di venerdì, oggi sarà la volta dei numeri Adp sugli occupati del settore privato, visti in deciso aumento a febbraio. Ieri Powell ha detto chiaramente che i prossimi dati saranno "molto importanti" in vista delle decisioni da prendere al meeting di marzo.