Le previsioni sui tassi EURIBOR e IRS

La Bce ha tagliato il P/T di 0,25% contro le attese della maggior parte degli economisti che si attendevano una riduzione di mezzo punto. Il P/T da mercoledì prossimo (entrata in vigore della manovra) passerà dall’attuale 1,5% all’1,25%. La Bce nel suo comunicato ha ribadito la possibilità di nuovi tagli fin dalla prossima riunione di inizio maggio, riunione in cui verranno prese anche altre misure “non convenzionali”. Per il momento, tuttavia, i mercati restano decisamente dubbiosi su tale possibilità.

La Bce ha tagliato il P/T di 0,25% contro le attese della maggior parte degli economisti che si attendevano una riduzione di mezzo punto. Il P/T da mercoledì prossimo (entrata in vigore della manovra) passerà dall’attuale 1,5% all’1,25%. La Bce nel suo comunicato ha ribadito la possibilità di nuovi tagli fin dalla prossima riunione di inizio maggio, riunione in cui verranno prese anche altre misure “non convenzionali”. Per il momento, tuttavia, i mercati restano decisamente dubbiosi su tale possibilità.

La reazione al taglio di “soli” 0,25% ha condotto ad una revisione al rialzo delle attese sull’Euribor (tassi Future). L’Euribor 3 mesi  (fixing di oggi al nuovo minimo storico di 1,466%) è atteso scendere al minimo di 1,33% a giugno e 1,40% a settembre, all’1,65% per dicembre, appena sopra il 2% per metà del prossimo anno e al 2,55% per dicembre ’10.
Il rientro dell’Euribor nei prossimi mesi, anche senza ulteriori allentamenti da parte della Bce, dovrebbe inoltre essere favorito dall’ulteriore rientro delle tensioni interbancarie.

Attualmente il mercato sconta che verso fine anno la Bce possa iniziare una manovra restrittiva; tutto dipenderà dall’effettivo impatto sul ciclo economico delle manovre decise al G20 e, precedentemente, da ogni singolo governo. Non bisogna tuttavia scambiare una fase di stabilizzazione con una fase di ripresa economica: se così venisse a delinearsi lo scenario nei prossimi mesi (stabilizzazione e non ripresa), allora la BCE potrebbe attendere prima di invertire la rotta della sua politica monetaria non volendo soffocare sul nascere i primi timidi tentativi di ripresa.

Per coloro che hanno un mutuo legato all’Euribor 1 mese è probabile che a breve vedranno infrangersi la barriera dell’1%. Rimane sempre di circa 40 centesimi inferiore l’Euribor 1 mese rispetto al 3 mesi: tale differenza è destinata a permanere nei prossimi mesi.

I tassi IRS, parametro di riferimento dei mutui a tasso fisso, sono saliti di circa 30 cent. dai minimi della scorsa settimana trascinati al rialzo dai titoli governativi tedeschi e dalle attese sull’Euribor 3 mesi. I rendimenti governativi sono saliti grazie al clima di ottimismo dopo le decisioni prese dal summit del G20 e dal governo Usa di applicare in modo più morbido la regola del “mark to market” per la contabilizzazione dei titoli tossici in bilancio; ciò ha permesso alle borse di mettere a segno ampi rialzi nonostante i pessimi dati occupazionali europei e americani. Le attese sull’Euribor 3 mesi invece, come detto, sono salite a ruota della parziale delusione per il taglio di “soli” 25 cent. da parte della Bce. I tassi IRS 5-10-15-20-30 anni oggi al 2,89%-3,61%-3,91%-4.01%-4,09% sono attesi dal mercato in ulteriore rialzo su tutte le durate specie su quelle da 5 a 15 anni. Il mercato quindi sembra orientato a prevedere nei prossimi mesi livelli più alti a cui ancorare i mutui a tasso fisso. Pur essendo questa la tendenza attesa, ciò non significa che in concomitanza di giornate negative dell’azionario non si possano vedere livelli più bassi; i minimi registrati durante la scorsa settimana (IRS 5-10-15-20-30 all’incirca al 2,60%-3,35%-3,70%-3,80%-3,60%) è comunque difficile  possano essere infranti al ribasso se non momentaneamente.

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