Ieri sera al termine della riunione di politica monetaria, l'istituto centrale Usa ha confermato il costo del denaro tra 4,25% e 4,5% ma ha detto che sono aumentati i rischi legati all'inflazione e alla disoccupazione. Questa prospettiva ha fatto scendere i tassi dei Treasuries Usa subito dopo l'annuncio della banca centrale. Commentando la decisione il presidente Jerome Powell ha detto che "la portata, l'entità e la persistenza" delle politiche commerciali dell'amministrazione Usa "sono molto, molto incerte". "Perciò - ha proseguito Powell - non è affatto chiaro quale sia la risposta appropriata in questo momento...Non è affatto chiaro cosa dovremmo fare". I mercati hanno ridotto le aspettative di un taglio dei tassi in giugno al 20%, rispetto al 30% del giorno prima, mentre le chance di un taglio in luglio sono scese al 70% rispetto a quasi il 100% di una settimana fa. I mercati vedono una Fed meno propensa a muoversi fino a quando non sarà più chiaro dove stia andando l'economia. Questo significa che un taglio dei tassi potrebbe essere posticipato ma che potrebbe essere di maggior entità una volta varato.
Si pronunciano sui tassi gli istituti centrali britannico, svedese e norvegese. Nel caso di Bank of England il mercato attende una mossa espansiva da un quarto di punto, che porterebbe i tassi britannici da 4,5% a 4,25%.
Nel mese di marzo la produzione industriale tedesca ha registrato un balzo del 3,0% su mese contro un'attesa per +0,8% e dopo il crollo di 1,3% di febbraio. Nello stesso mese l'export è cresciuto dell'1,1%, oltre le attese per +1,0%, mentre l'import ha registrato un calo dell'1,4% a fronte di attese per +0,4%. La bilancia commerciale ha visto un avanzo di 21,1 miliardi di euro, a fronte di un'attesa per un avanzo di 19,1 miliardi di euro. Si tratta in entrambi i casi di indicatori di importante valenza ma antecedenti al Liberation Day.
Durante la riunione di politica monetaria di marzo è emersa una spaccatura tra i banchieri centrali nipponici sulle tempistiche del prossimo aumento dei tassi di interesse alla luce della crescente incertezza legata alle politiche commerciali Usa. E' quanto emerge dai verbali del meeting al termine del quale il board ha confermato all'unanimità i tassi allo 0,5%. La stessa decisione è stata presa al meeting della scorsa settimana.
Balzo della sterlina dopo l'annuncio di Trump su un accordo commerciale con un Paese importante, che voci identificano con la Gran Bretagna.