I tassi dell'obbligazionario euro sono saliti ieri, con il decennale tedesco ai massimi da 5 mesi, tra i timori legati all'accelerazione dell'inflazione nel blocco e il massiccio afflusso di carta sul primario. Occhi anche al gilt britannico, il cui rendimento è schizzato di 20 pb in settimana, in una crisi di fiducia sull'outlook fiscale del Paese che non sembra per ora aver contagiato i mercati europei.
Gli investitori prezzano circa 24 punti base di allentamento da parte della Bce nella riunione di questo mese, il che implica una probabilità del 96% di un taglio di un quarto di punto. Nelle ultime settimane, tuttavia, hanno ridotto le loro aspettative sulle future riduzioni e prevedono ora -92 pb nel 2025, ossia tre manovre da 25 pb e quasi il 70% di probabilità di una quarta.
La produzione industriale tedesca ha registrato un netto rimbalzo congiunturale a novembre, segnando un +1,5% contro attese a +0,5% e dopo il calo dell'1% del mese prima.
Gli emittenti sovrani della zona euro venderanno 135 miliardi di euro in obbligazioni questo mese, circa il 10% del totale previsto per l'intero anno.
Stando alle minute dell'ultimo Fomc pubblicate ieri sera, i banchieri centrali concordano sul fatto che l'inflazione probabilmente continuerà a rallentare quest'anno, ma vedono anche un aumento del rischio che le pressioni sui prezzi rimangano persistenti, tra le incertezze legate all'impatto delle politiche previste dall'entrante amministrazione Trump.
Numerosi gli interventi di membri apicali della Fed previsti in giornata.
Wall Street rimarrà chiusa oggi mentre il mercato dei Treasuries osserverà un orario ridotto in concomitanza con i funerali dell'ex presidente Jimmy Carter.
I prezzi al consumo cinesi sono aumentati a malapena nel 2024 a causa della persistente debolezza della domanda interna, nonostante Pechino stia cercando di rafforzare gli stimoli. Il Cpi è cresciuto dello 0,2% in media annua, ben al di sotto dell'obiettivo ufficiale del 3% circa, mancando il target per il 13° anno consecutivo.