Secondo alcune fonti, le “colombe” di Francoforte si preparano a dare battaglia per ottenere una nuova riduzione del costo del denaro, dopo dati macro peggiori delle attese che hanno certificato la debolezza della congiuntura.
Focus in mattinata sulle stime preliminari dell'inflazione in arrivo da Francia e Spagna, in attesa dei dati relativi al blocco in agenda martedì prossimo.
Riflettori sui prezzi anche oltreoceano. In calendario nel primo pomeriggio l'indice Pce core, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed, con il tendenziale proiettato in lieve accelerazione al 2,7% ad agosto, stando al consensus.
Ieri intanto diverse statistiche hanno ribadito la resilienza dell'economia Usa. La lettura finale del Pil relativo al secondo trimestre ha confermato una crescita del 3% grazie alla forza dei consumi e dei profitti aziendali; il numero delle richieste di sussidi di disoccupazione è sceso ai minimi da quattro mesi la scorsa settimana, suggerendo che il mercato del lavoro rimane piuttosto solido.
La tenuta dell'economia potrebbe rendere più difficile per la Federal Reserve un ulteriore taglio da 50 punti base a novembre, che gli investitori prezzano circa al 50%.
Come atteso, la banca centrale cinese ha abbassato i tassi d'interesse e iniettato liquidità nel sistema bancario oggi, nell'ultima misura di stimolo annunciata da Pechino nel tentativo di riportare la crescita all'obiettivo del 5% quest'anno. Ulteriori provvedimenti fiscali potrebbero arrivare prima della settimana di festività che inizia il 1° ottobre.
L'inflazione di fondo a Tokyo ha raggiunto l'obiettivo della banca centrale del 2% a settembre, segno che l'economia sta facendo progressi nel soddisfare i criteri per ulteriori aumenti dei tassi di interesse.