CAFFE’ ESPRESSO

11 aprile 2024 - Netto rialzo dei tassi dopo la cpi Usa, oggi Bce.

Netto rialzo dei tassi (oltre 10 centesimi) dopo la pubblicazione dell’inflazione americana. Bond Usa 10 anni al 4,47% da 4,33% di venerdì scorso, Bund 10 al 2,42% da 2,36%. I prezzi al consumo statunitensi sono cresciuti più del previsto a marzo, a causa dell'aumento del costo della benzina e degli alloggi, mettendo in dubbio la possibilità che la Federal Reserve inizi a tagliare i tassi di interesse a giugno. L'indice dei prezzi al consumo (Cpi) è salito dello 0,4% il mese scorso, dopo un aumento analogo a febbraio. La benzina e i costi degli alloggi, inclusi gli affitti, hanno rappresentato più della metà dell'aumento del Cpi. Nei 12 mesi fino a marzo, il Cpi è aumentato del 3,5. Questo ha fatto seguito a un aumento del 3,2% a febbraio. Le attese erano per un aumento dello 0,3% del Cpi nel mese e del 3,4% su base annua. Escludendo le componenti volatili di cibo ed energia, il Cpi ha guadagnato lo 0,4% il mese scorso dopo un aumento simile a febbraio e gennaio. Nei 12 mesi fino a marzo, il Cpi 'core' è aumentato del 3,8%, eguagliando l'incremento di febbraio.

 

In una seduta ricca di spunti, il principale driver sarà la riunione della Banca centrale europea da cui il mercato non si aspetta variazioni sui tassi ma un disco verde sulla prospettiva di un taglio a giugno. La riunione si colloca il giorno dopo i dati sull'inflazione Usa che hanno dato il via a un repricing della politica monetaria Fed. Le scommesse sul primo taglio del costo del denaro da parte della banca centrale Usa si sono infatti spostate da giugno a settembre. L'inflazione a marzo è risultata oltre le attese per il terzo mese consecutivo. Complessivamente i mercati si aspettano tagli per 42 punti base quest'anno, al di sotto delle stesse proiezioni Fed per 75 punti. La probabilità che la Fed non tagli affatto i tassi quest'anno è salita al 13%, rispetto al 2,1% di due giorni fa.

 

Anche i resoconti del meeting della banca centrale Usa in marzo hanno messo in evidenza la preoccupazione dei banchieri centrali sul fatto che il calo dell'inflazione possa essere in stallo. Dopo le recenti dichiarazioni di Powell - che ha più volte ripetuto di non avere fretta a ridurre i tassi - alcuni banchieri centrali hanno paventato la possibilità che la Fed si possa astenere del tutto dall'allentarli quest'anno se non addirittura tornare ad alzarli.

 

Con un mercato impegnato a digerire i dati Usa di ieri e l'attesa per il meeting Bce, si riparte dal 3,77% per il tasso del benchmark marzo 2034 e dai 133 centesimi per lo spread con il Bund sullo stesso tratto. Ieri i rendimenti dell'obbligazionario europeo sono balzati in scia a quelli dei Treasuries, dopo i numeri sull'inflazione Usa che vanno ad aggiungersi alle statistiche robuste giunte la scorsa settimana sul mercato del lavoro. Assume quindi un'importanza ancor maggiore l'aggiornamento sui prezzi alla produzione Usa di marzo di questo pomeriggio.

 

 

In marzo i prezzi al consumo cinesi si sono raffreddati più del previsto mentre resta persistente il processo di deflazione di quelli alla produzione. I prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,1% su anno dopo il +0,7% di febbraio, contro un'attesa per +0,4%. Quelli alla produzione hanno visto una flessione di 2,8% su anno in linea con le attese.

 

Dopo che lo yen è sceso ai minimi di 34 anni, il Giappone ha detto di non escludere alcun intervento sul mercato valutario. Dollaro solido dopo i dati sull'inflazione Usa di ieri.

Prezzi in ulteriore aumento con gli investitori che si preparano a un peggioramento della crisi in Medioriente con un potenziale coinvolgimento dell'Iran.

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