In una seduta particolarmente volatile, ieri, i rendimenti sono saliti a seguito di dati sull'inflazione Usa di dicembre superiori alle previsioni - con gli investitori che hanno ridimensionato al 60% dal 70 le probabilità di un primo taglio del costo del denaro da parte della Fed a marzo - ma il movimento è poi rapidamente rientrato.
Un allentamento dei tassi già a marzo sarebbe prematuro e che è necessario avere maggiore evidenza circa una stabile convergenza dell'indice dei prezzi al consumo sul target del 2%.
In calendario questo pomeriggio l`aggiornamento, sempre per dicembre, sui prezzi alla produzione statunitensi, visti accelerare all`1,3% annuo dallo 0,9% del mese prima.
Lagarde ha mostrato toni accomodanti ieri sera, dichiarando che la "fase peggiore e più difficile" per l'inflazione è probabilmente finita e che i tassi di interesse saranno tagliati se la Bce avrà la certezza che l'inflazione è scesa al livello del 2%.
Da vedere i dati sui salari del primo trimestre - che arriveranno a maggio - sebbene una mossa anticipata potrebbe essere possibile se si verificasse un raffreddamento dei prezzi piu` rapido del previsto.
I trader prezzano 140 pb di riduzione complessiva nel 2024, dai 170 scontati a fine dicembre.
Per le colombe, nonostante il rialzo di dicembre, il rallentamento dell`inflazione ha già sorpreso e non sarà necessario attendere maggio per prendere una decisione sui tassi. In calendario oggi un intervento da parte di Philip Lane, esponente dell`area dovish del board.
Ulteriori dettagli sul trend dei prezzi nell`Eurozona arriveranno in mattinata dai Cpi definitivi di dicembre di Francia e Spagna - che dovrebbero confermare i tendenziali preliminari rispettivamente al 4,1% e al 3,3% - in attesa della lettura complessiva Eurostat in arrivo mercoledi` prossimo.
La crescita economica globale rimarrà "resiliente" quest'anno dopo un 2023 più forte del previsto, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ma è necessario lavorare per aumentare i tassi di espansione al di sopra di un anemico 3% nel medio termine.
Martedì scorso la Banca Mondiale ha pubblicato un cupo outlook per il 2024, prevedendo che il Pil mondiale rallenterà per il terzo anno consecutivo con un +2,4%, mettendo a rischio gli obiettivi di riduzione della povertà.