I rendimenti della zona euro ieri sono risaliti, dopo che alcuni esponenti della Bce hanno sottolineato come sia prematuro parlare di tagli dei tassi.
Con un`agenda particolarmente scarsa sul lato macro oggi e un`attività ormai silente sul primario, attesa in mattinata la lettura finale dell'inflazione di novembre a livello di blocco.
Anche i policymaker della banca centrale statunitense continuano a cercare di raffreddare le scommesse di mercato su un prossimo ammorbidimento monetario, nonostante progressi sul fronte dei prezzi piu` rapidi del previsto.
Con una mossa ampiamente prevista, la Banca del Giappone ha mantenuto invece stamani la sua impostazione monetaria ultra-accomodante, sottolineando la preferenza dei responsabili politici ad attendere maggiori indizi sulla possibilità che i salari aumentino abbastanza da mantenere l'inflazione stabilmente intorno all'obiettivo del 2%. L`istituto non ha modificato il suo linguaggio dovish, spegnendo le speranze di mercato su una fine, nel breve, di anni di politica a tassi negativi. A seguito della decisione, lo yen ha perso terreno mentre il NIkkei è salito.
Ricordando agli investitori che le pressioni inflative potrebbero sempre tornare a farsi sentire, le quotazioni del petrolio sono salite di quasi il 2% ieri tra i timori di interruzioni nel commercio marittimo.