Archiviato un mese di novembre particolarmente positivo e incassata venerdì da Scope Rating un'ulteriore conferma su rating e outlook di Roma, l'obbligazionario italiano riparte stamani con un tasso decennale al 4,11% - sui minimi da tre mesi - a fronte di uno spread sul Bund a 173 punti base nel medesimo tratto.
Gli investitori si preparano con una certa cautela alle settimane che portano verso la chiusura dell'anno - periodo tipicamente scarico per il secondario - mentre il binomio raffreddamento dell'inflazione ed economia in contrazione li ha spinti a riprezzare in senso 'dovish' le aspettative sulla politica monetaria delle principali banche centrali.
Il netto calo dei rendimenti rende il trading vulnerabile a possibili prese di profitto, dicono gli operatori.
I mercati assegnano al momento una probabilità di circa il 60% a un taglio dei tassi già a marzo per la Fed e scontano una riduzione complessiva di 125 punti base per la Bce entro la fine del 2024, prezzando pienamente un primo decremento da 25 pb ad aprile.
Il tono prudente delle ultime dichiarazioni di Jerome Powell ha rafforzato l'idea che un allentamento negli Stati Uniti potrebbe arrivare già nel primo trimestre del prossimo anno. Il banchiere centrale ha sottolineato venerdì che i rischi di una stretta eccessiva o insufficiente sono diventati "più equilibrati", anche se ha ribadito che è ancora troppo presto per dichiarare conclusa la lotta all'inflazione, ritenendo prematuro fare ipotesi su quando la politica potrà effettivamente ammorbidirsi.
Anche da Francoforte sono giunti di recente ammonimenti simili, con diversi consiglieri che hanno continuato a respingere le scommesse di mercato su prossimi tagli, un mantra che, stando a diversi strategist, appare sempre più difficile da mantenere stante l'attuale rapido affievolimento delle pressioni inflative e un'economia in odore di recessione.
Da notare che gli spread periferici, e segnatamente quello Italia/Germania, non hanno reagito alle indicazioni della stessa Lagarde che, parlando la settimana scorsa al Parlamento europeo, ha affermato che potrebbe presto essere discussa la possibilità di chiudere anticipatamente i reinvestimenti nell'ambito del programma di acquisto di emergenza pandemica (Pepp).
Secondo alcuni analisti, il tema potrebbe cominciare ad essere sviscerato al meeting di dicembre, tenuto anche conto che la buona performance del mercato consentirebbe alla banca centrale di muoversi con discreta tranquillità.
In questo contesto, oltre ai commenti delle autorità monetarie, l'attenzione è ai dati in arrivo questa settimana, con particolare riferimento ai Pmi servizi e compositi di novembre nella zona euro, in agenda martedì, e soprattutto alle statistiche sull'occupazione Usa per lo stesso mese attese venerdì.