Lo scetticismo sul potenziale rallentamento della stretta monetaria da parte della Bce ieri ha favorito un rialzo dei rendimenti nella zona euro, dove gli investitori sembrano ritenere che i segnali di raffreddamento dell'inflazione non siano sufficienti a modificare l'approccio 'hawkish' di Francoforte, alimentato da prospettive economiche che appaiono meno fosche. Sul fronte Fed, il presidente Powell ieri non ha fornito indicazioni di politica monetaria, limitandosi a dire che l'indipendenza della banca centrale è fondamentale per la sua capacità di combattere l'inflazione. La governatrice Michelle Bowman ha invece sottolineato che serviranno altri rialzi dei tassi. Il focus resta dunque sui prezzi al consumo Usa - in particolare sul dato 'core' - in agenda domani.
Si riparte da 4,21% per il tasso del Btp decennale benchmark e da 193 punti base per lo spread sul Bund, dopo una seduta focalizzata sul lancio via sindacato del nuovo Btp ventennale, oltre che di un bond belga a 10 anni. Il Mef ha collocato 7 miliardi di euro nel bond con scadenza settembre 2043, con ordini che hanno superato i 26,5 miliardi.
In attesa dei dettagli sul collocamento del nuovo titolo, stamani il Tesoro mette a disposizione 7 miliardi nel Bot annuale, il cui rendimento sarà da confrontare con il 2,669% dell'asta di metà dicembre. Domani sarà invece la volta del primo collocamento a medio-lungo termine del 2023, in cui saranno offerti fino a 7 miliardi nei Btp a 3 e 7 anni.
Si attiva oggi anche la Germania, che offre 5 miliardi nel nuovo Bund 2033.
Da Bankitalia arriva l'aggiornamento di novembre relativo ai prestiti alle imprese, ai depositi e alle sofferenze. Da ricordare che nell'ultimo dato disponibile, quello di ottobre, la crescita dei prestiti alle imprese mostrava un significativo rallentamento, con un incremento annuo di 3,1% dal precedente 4,4%.