Come ogni primo venerdì del mese l'appuntamento principale sul fronte macro è l'aggiornamento sulla dinamica del mercato del lavoro Usa, tra i principali indicatori cui Federal Reserve guarda per aggiustare il costo del denaro.
Leggermente migliori del previsto sia i dati di ieri pomeriggio sulle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, sia il rapporto Adp di mercoledì relativo al solo settore privato.
Per buona parte del mese scorso, azioni e obbligazioni sono saliti nella speranza che la banca centrale Usa segnalasse un rallentamento nel ciclo delle strette sui tassi che deprime il mercato ormai dall'inizio dell'anno. Il messaggio di Powell nella conferenza stampa di mercoledì - dopo il quarto aumento consecutivo di 75 punti base dei tassi - allontana la prospettiva di una Fed meno restrittiva. Il presidente Fed ha da un lato segnalato che i futuri rialzi dei tassi potrebbero avvenire con incrementi più contenuti, ma dall'altro affermato che il "livello finale" del tasso di riferimento sarà probabilmente più alto di quanto stimato in precedenza e che all'istituto centrale resta "un po' di strada da fare" per sconfiggere l'inflazione. La reazione degli operatori non si è fatta attendere. Le aspettative sui tassi sono aumentate, con il cosiddetto tasso terminale visto ora intorno a 5,20% in giugno, rispetto a 5,0% circa prima del Fomc.
Il dollaro si appresta ad archiviare la miglior performance settimanale da oltre un mese, sempre trainato dalla prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi da parte di Federal Reserve.