Tassi in rialzo dopo i dati sulle prospettive economiche

In eurozona segnali contrastanti in chiave di politica monetaria dai salari e dagli indici direttori acquisti appena pubblicati

I tassi sono saliti dopo le letture degli indici di fiducia Pmi (purchasing managers index) americani ed europei entrambi migliori delle attese. Il sentiment dei mercati è condizionato dalle aspettative sulla politica monetaria. I dati sull’andamento dell’economia americana usciti giovedì e i toni emersi dai verbali dell’ultima riunione della Fed, hanno indotto gli operatori a ridurre le scommesse sui tagli ai tassi. Il presidente della Fed di Atlanta ha dichiarato che banca centrale deve valutare con molta prudenza la sua prossima mossa, perché c’è ancora una notevole pressione al rialzo sui prezzi.

Il bilancio settimanale vede un rialzo diffuso su tutte le scadenze e sulle attese di mercato sui tassi Euribor e Libor usd (segui tassi e valute su www.aritma.eu).
Il Bond Usa 10 anni sale al 4,47% dal 4,40% di lunedì, il 2 anni al 4,92% da 4,90%; in Eurozona il Bund dal 2,52% sale al 2,58% e il 2 anni da 3% a 3,08%. I tassi interbancari (Irs) salgono di circa 8 cent. sul tratto 2-5 anni (2 anni al 3,40% - 5 anni 2,95%) e di 3 cent. sul 10 anni (2,82%).
Sostanzialmente in linea con i Bund il rialzo dei Btp (10 anni 2,88%) con lo spread a 130 bps.
Revisione di 10-15 centesimi sui tassi Future per il 2024-25. I mercati diventano più prudenti sui ribassi dei tassi ufficiali: viene messo in dubbio il terzo ribasso del PT Bce nel 2024, la Fed potrebbe tagliare solo una volta.

L’economia americana che sembrava in decelerazione, riprende ad accelerare: questo mette in dubbio il rientro dei tassi e ciò potrebbe portare a uno scenario meno favorevole anche per le borse. In effetti i mercati azionari continuano a crescere e toccano su molti indici nuovi massimi storici ma ciò sta vanificando il lavoro delle banche centrali.
L’attività delle imprese statunitensi ha registrato un’accelerazione toccando il livello più alto in due anni nel mese di maggio, a suggerire che la crescita economica sia aumentata a metà del secondo trimestre. La stima flash dell’indice Pmi composite relativo agli Usa, che tiene conto dei settori manifattura e servizi, è salito a 54,4 questo mese. Si tratta del livello più alto dall’aprile 2022.

In eurozona segnali contrastanti in chiave di politica monetaria dai salari e dagli indici direttori acquisti (Pmi) appena pubblicati. I salari negoziati nei 20 Paesi della zona euro, molto attesi dagli operatori per ipotizzare le mosse Bce, sono aumentati del 4,69% nel primo trimestre, dopo la lettura di 4,45% dei tre mesi precedenti. La Bce ha a lungo riposto le speranze di un taglio dei tassi su questo dato cruciale ma si è essenzialmente impegnata ad allentare la politica il 6 giugno, quindi è più probabile che il nuovo dato influenzi le decisioni politiche più avanti nel corso dell’anno.

La Bce sostiene da tempo che una crescita dei salari nominali di appena il 3% sarebbe coerente con il proprio obiettivo di inflazione del 2% e che qualsiasi numero superiore a questo suggerisce l’esistenza di pressioni salariali eccessive. Tuttavia un periodo modesto di crescita salariale più rapida è accettabile, soprattutto perché i margini di profitto delle imprese, superiori alla media, potrebbero assorbire gran parte dell’aumento. La Bce prevede che le retribuzioni per dipendente nella zona euro cresceranno del 4,5% quest’anno, del 3,6% il prossimo e del 3,0% nel 2026. Indicatori più recenti, come il sistema di monitoraggio dei salari in tempo reale hanno mostrato invece un raffreddamento delle richieste salariali. Complessivamente la crescita dei salari negoziati sostiene le ragioni di un approccio cauto della Bce nel tagliare i tassi.

L’attività delle imprese della zona euro (indice Pmi) è cresciuta in maggio al ritmo più veloce dell’ultimo anno, sostenuta da una domanda forte dei servizi, mentre il settore manifatturiero ha mostrato segni di avvicinamento alla ripresa. L’indice Pmi composito preliminare è salito questo mese a 52,3 rispetto a 51,7 di aprile, oltre le aspettative di 52,0. In maggio l’indice ha superato per il terzo mese consecutivo il livello di 50 che separa la crescita dalla contrazione.

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