19 marzo 2010
La settimana è stata caratterizzata dalla riunione Fomc (braccio operativo della Fed) che ha lasciato il Fed Fund fermo allo 0,25% ma ha ripetuto che i tassi rimarranno ad un livello straordinariamente basso per un periodo esteso sorprendendo buona parte degli operatori.
L’inflazione americana in febbraio è risultata nulla, contro attese, a livello congiunturale dello 0,1%. I prezzi alla produzione sono scesi dello 0,6% (attese –0,2%). Anche a livello di inflazione “core”, cioè al netto di energia e alimentari freschi, non sono presenti tensioni. Il quadro non muta anche per quanto riguarda il vecchio continente (Cpi 0,3% mese, come da attese; 0,9% tendenziale in febbraio).
Accogliendo tali indicazioni i mercati hanno condotto al ribasso i tassi Future Libor Usd 3 mesi di una manciata di centesimi per fine anno e di dieci centesimi sul ’11-’12. Se la Fed prima della riunione era vista rialzare a fine estate, oggi tale eventualità si è spostata ad autunno inoltrato ‘10.
Tuttavia gli indicatori Usa della settimana (indice Empire, Philadelphia, produzione industriale e in parte il settore immobiliare) sono risultati compatibili con un prosieguo dell’attuale fase positiva dell’economia nel prossimo trimestre. Inoltre lo sfavorevole confronto statistico con il 2009 dovuto alla dinamica delle commodities, ha portato l’inflazione Usa dal –0,2% di ottobre al 2,1% di febbraio, livello che è destinato a crescere portandosi a cavallo del 2,5% nei prossimi mesi.
Con una ripresa che pare ben avviata ed un’inflazione che a livello tendenziale crescerà, con un’occupazione che mostrerà qualche segno di inversione (ieri indice Fed di Philadelphia relativo a occupazione e prezzi si è portato sui massimi), la Fed potrebbe quindi muoversi prima di quanto attualmente previsto dai mercati (Future Fed Fund, Ois prospettici Libor Usd vedono tale evento in autunno inoltrato).
Se la Fed qualche motivo per rialzare i tassi nel corso dell’anno potrebbe trovarlo, la Bce né ha molti meno: la crescita è decisamente modesta e disomogenea e l’inflazione appare sotto controllo: quest’ultima a livello tendenziale potrebbe portarsi dallo 0,9% attuale sopra l’1% in modo definitivo solo a fine estate. La discesa dei tassi Future Euribor 3 mesi di circa 10 centesimi sul ’11 al traino dei tassi USA (1,37% marzo; 1,60% giugno) sta facendo slittare a primavera inoltrata il momento di un rialzo del P/T dall’attuale 1% all’1,25%. Tuttavia il rialzo che i Future segnalano per l’Euribor 3 mesi dal fixing di oggi (0,642%, nuovo minimo storico) all’1,37% di marzo ’11 potrebbe avvenire indipendentemente dalla decisione Bce, in quanto il drenaggio di liquidità da parte della nostra banca centrale riporterà i tassi interbancari sopra il P/T, ripristinando quindi l’anomala situazione attuale.
I tassi a medio lungo termine si sono mossi al ribasso di 6-8 centesimi rispetto a venerdì scorso su tutte le durate sia a livello di governativi tedeschi (Bund 10 al 3,11%) sia a livello di tassi Irs (2-10 anni rispettivamente all’1,53% e 3,33%). Livelli del 3,10% sul Bund 10 così come il 3,30% per l’Irs 10 e l’1,50% per l’Irs 2 anni non paiono ulteriormente comprimibili. Attendersi un rialzo strutturale importante appare altrettanto improbabile sulla parte a breve 2-3 anni; su quella decennale potrebbero esserci tensioni in concomitanza con settimane pesanti (come quella entrante) dal punto di vista delle emissioni governative. Occorre inoltre tenere conto che gli attuali rendimenti dei Bund sono compressi a causa dei problemi della Grecia.
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