Segnali di debolezza dall’economia Eurozona

Le prospettive economiche inferiori al consensus conducono a un ribasso dei tassi europei a 1-3 anni e a un calo dell’Euribor atteso

La debolezza delle prospettive economiche europee certificata dall’indice Ifo tedesco e dai Pmi Ue e la brillantezza del Pil americano condizionano la settimana. Si stabilizza Wall Street e in generale l’ondata di vendite sul tech.
Gli indici direttori acquisti (Pmi) evidenziano come siano ancora incerte le prospettive per l’eurozona specie per quanto riguarda il settore manifatturiero. La crescita dell’attività delle imprese si è interrotta questo mese, dato che una moderata espansione dei servizi, settore dominante nell’area, non è riuscita a compensare una flessione più profonda tra i produttori. L’indice composito preliminare PMI è sceso a 50,1 da 50,9 di giugno, appena al di sopra della soglia di 50, che separa la crescita dalla contrazione, e mancando le aspettative per un aumento a 51,1. Le attese per l’anno prossimo si sono nuovamente ridotte, suggerendo che i dirigenti d’azienda non si aspettano un’inversione di tendenza imminente (segui tassi e valute su www.aritma.eu).

La fiducia delle imprese tedesche è scesa inaspettatamente a luglio, come mostra l’indagine mensile dell’istituto Ifo. L’indice che misura il clima di fiducia delle imprese tedesche è sceso a 87 nel mese in corso da 88,6 di giugno, rispetto alla lettura di 88,9 prevista dagli analisti. I dati combinati Pmi e Ifo gettano un’ombra sulle prospettive economiche della zona euro e aprono la strada a un allentamento monetario. Ormai certo il taglio a settembre. si ragiona su un altro intervento nel corso dell’autunno.

I tassi Future Euribor ricavati implicitamente dai contratti Future vedono un calo di 7 cent. sulla scadenza di dicembre (3,18%) e di 10 cent. su quella per giugno 2025 (2,68%). Scendono anche quelli per dicembre 2025 al 2,46%. Salgono invece leggermente le attese Euribor per gli anni successivi. L’Euribor 3 mesi dunque dal fixing al 3,68% è atteso al 3,18% a fine anno, al 2,46% alla fine dell’anno prossimo e poi nel 2026-2027 tra il 2,40 e il 2,45%. La scadenza di dicembre (3,18%) è compatibile con un duplice taglio dei tassi Bce da 25 cent. con il PT (pronti contro termine, tasso centrale Bce) che andrebbe al 3,75% e il depo (tasso sui depositi delle banche in Bce) al 3,15%.

Consideriamo tale eventualità la più probabile, vuoi perché gli effetti dei rialzi Bce degli anni scorsi (l’ultimo è di settembre 2023) hanno un effetto ritardato di 6-9 mesi almeno, vuoi per il calo dell’inflazione – almeno temporaneo – nel corso dell’estate inoltrata/inizio autunno. Condividiamo dunque gli attuali livelli dei tassi attesi Euribor e, anzi, potrebbe esserci ancora un effetto “psicologico” al ribasso quando vedremo la cpi scendere temporaneamente al 2% tra agosto e ottobre. Il rischio che la Bce si fermi a due tagli è relativo alle tensioni che si stanno accumulando sui prezzi in dollari delle materie prime, sulla dinamica al rialzo dei noli (Baltic index) e sulle rivendicazioni salariali che dovrebbero portare i salari europei (in particolare quelli italiani) a recuperare il potere d’acquisto perduto dopo l’ondata inflattiva degli ultimi anni.

L’unico segnale positivo giunto dall’eurozona questa settimana è che i prestiti alle imprese hanno registrato una lieve ripresa il mese scorso, dopo che la Banca centrale europea ha tagliato il tasso di deposito da un livello record. In base ai dati Bce, le banche della zona euro hanno aumentato i prestiti alle imprese dello 0,7% a giugno, al ritmo più veloce in quasi un anno, rispetto allo 0,3% a maggio. Il credito alle famiglie ha continuato a crescere a un più modesto 0,3%.

La reazione ai dati europei sopra esposti ha condotto a un calo dei tassi a 2-3 anni e a un lieve rialzo su quelli a medio lungo 5-10 anni. L’Irs 2-3 anni sono al 2,98% (-7) e 2,82% (-4); Irs 5-10 anni a 2,70% (+2) e 2,72% (+3). Scendono di oltre 10 centesimi i rendimenti Bund 2 anni (2,64%), sostanzialmente fermo il decennale al 2,44% (+1). Il tasso del Bund a due anni ha toccato il minimo da febbraio, mentre lo spread 2-10 ha toccato il minimo da ottobre 2023.
Il risk off (aumento dell’avversione al rischio) ha penalizzato i Btp, con il 10 anni salito di 10 cent. circa a 3,80% e lo spread che sale a 136 bps.

La lettura “advance” del Pil del secondo trimestre ha mostrato che l’economia statunitense è cresciuta più rapidamente del previsto nel secondo trimestre, ma l’inflazione si è attenuata, lasciando intatte le aspettative di tagli dei tassi negli Stati Uniti subito dopo l’estate. Praticamente scontato che il Fomc della prossima settimana lascerà invariato il costo del denaro all’attuale 5,25%-5,50 con il mercato che prevede a seguire altre due riduzioni della stessa entità a novembre e dicembre.

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