La Bce giovedì scorso 5 luglio ha tagliato di un quarto di punto i propri tassi di riferimento (0,75% il P/T; 0% il tasso sui depositi e 1,5% il tasso di rifinanziamento) che ora sono al nuovo minimo storico. L’ultimo taglio era entrato in vigore il 14 dicembre 2011, questo entra oggi (la decisione diventa operativa con la prima operazione di P/T della Bce post decisione sui tassi e normalmente si tratta di quella ad una settimana che si svolge al martedì con valuta mercoledì).
Accelera la discesa dei tassi Euribor che vedono un ridimensionamento di oltre 10 centesimi su tutte le scadenze (Euribor 1-3-6-12 mesi rispettivamente a 0,223% - 0,521% - 0,805% – 1,095%). Si tratta dei nuovi minimi storici. Spicca il tasso a 1 mese che raggiunge lo 0,25% livello impensabile anche solo qualche settimana fa; il 3 mesi cala allo 0,52% ed è atteso, secondo i tassi Future, in calo fino allo 0,40% circa per fine anno. Se le previsioni del mercato troveranno conferma, i detentori di debito indicizzato all’Euribor 3 mesi potranno beneficiare di un tasso inferiore allo 0,50% fino a Marzo 2014; l’1% si rivedrà non prima di settembre 2015.
La mossa della Bce ha permesso ai Bund tedeschi a breve termine (2-3 anni) di portare i rendimenti sostanzialmente a zero; questo, in concomitanza al calo dei tassi Future ha consentito ai tassi Irs a 2-3 anni (oggi 0,77%-0,85%) di registrare i nuovi minimi storici a 0,75% e 0,80% infrangendo quelli di inizio giugno di oltre 10 centesimi. Nuovi minimi storici anche per l’Irs 5 anni (1,11%). L’Irs 10, complice un Bund 10 (oggi 1,35%) ben lontano dal minimo storico di 1,15%, quota oggi 1,84% contro il minimo storico di 1,65% di inizio giugno.
Le parole di Draghi al termine della riunione Bce non sono state gradite dai mercati. Restano alti i timori sulla crescita europea e globale come segnalano i dati Usa (payroll e Ism) e le previsioni di crescita cinese che vedono allontanarsi l’obiettivo del 10% di crescita per l’anno in corso. Questi fattori hanno condotto le borse in territorio negativo nelle ultime sedute con i periferici tornati sotto pressione. I Btp dopo l’ottima performance di inizio scorsa settimana che aveva condotto il rendimento sul 2 anni al 3,5% e quello sul 10 al 5,65%, tornano sotto pressione con il 2 anni oggi al 4,10% e il 10 anni al 5,95%
Si è quindi arrestato per ora il movimento distensivo sui Btp e sugli spread Btp-Bund annullando nel breve la speranza di mitigazione degli spread sui finanziamenti a medio/lungo alle imprese i quali anzi registrano a luglio un robusto balzo rispetto ai già alti livelli di giugno. Sui leasing strumentali ad esempio un cliente “Top” fatica a stare sotto il 4,5% mentre per clientela di “Medio Standing” ci si può sentire proporre spread anche oltre il 7% per non parlare poi di quelli con rating sufficiente (fonte Aritma I.F.)
Per i parametri di indicizzazione del debito (Euribor, Irs e P/T Bce per alcune tipologie di mutui a privati) nel complesso, le conseguenze di quanto avvenuto sono positive (nuovi minimi storici sull’Euribor e previsioni di livelli bassissimi per lungo tempo), pessime per quel che riguarda gli spread sul medio/lungo. Il taglio BCE va a favorire ulteriormente i detentori di debiti già in essere, ma non riesce ad alimentare quel processo virtuoso che sembrava essersi aperto con il blitz di Monti in sede EU di Giovedì 28 giugno scorso.
.