Questa settimana l’attenzione dei mercati si è concentrata intorno all’annuncio del programma di allentamento monetario da parte della Fed avvenuto mercoledì sera. Prima di tale data gli operatori hanno portato l’EURO/USD oltre 1,40, lasciando presagire che la manovra Fed potesse riguardare un importo piuttosto consistente. In realtà la banca centrale americana ha poi annunciato una manovra di acquisto di bond per 600 miliardi di dollari nei prossimi otto mesi, ammontare leggermente superiore rispetto alle attese di mercato. La reazione alla notizia ha condotto il cross EURO/USD sino ad un livello intorno a 1,43.
Tuttavia la pubblicazione di oggi del dato positivo sui payrolls di ottobre (151mila) ha posto un freno temporaneo alla debolezza del Dollaro e ha causato una lieve inversione di tendenza del cross EURO/USD tornato a fluttuare intorno a livelli poco inferiori a 1,41. I dati sull’occupazione si sono aggiunti a quelli pubblicati in settimana relativi all’indice Ism e agli ordini all’industria di settembre. Il parziale recupero del Dollaro sull’Euro è giustificato anche dalle recenti dichiarazioni della Bce secondo la quale alcuni Paesi europei poterebbero incontrare delle difficoltà nell’attuare le manovre di risanamento dei conti pubblici nel 2011.
Considerando il recente nuovo picco del cambio EURO/USD fino a sfiorare 1,43, obiettivi a 1,45 sono potenzialmente e tecnicamente raggiungibili. A meno di un pronto ritorno sotto 1,39, il range operativo potrebbe spostarsi verso l’alto in un’area compresa tra 1,395 e 1,45. La prossima settimana non prevede un ricco calendario macroeconomico per gli Usa e, al contrario, la pubblicazione di importanti indicatori economici nel Vecchio Continente (Cpi di ottobre e stima del Pil del terzo trimestre). Se questi dati dovessero evidenziare uno stato di buona salute dell’economia europea, è possibile che l’Euro possa trarne beneficio.
La BoJ ha anticipato il proprio meeting di politica monetaria dimostrandosi pronta ad attuare degli interventi in risposta alla manovra di quantitative easing della Fed. Gli annunci della banca centrale americana sostanzialmente in linea con le attese, hanno condotto la banca centrale giapponese a non incrementare gli acquisti di titoli governativi in valuta nazionale. La decisione è stata presa anche in virtù del fatto che in settimana lo Yen (oggi EURO/YEN a 114,3 e USD/YEN a 81,08) si è indebolito sia contro Euro (min. oltre 115,3) che contro Dollaro (min. oltre 81,37) grazie soprattutto al buon andamento dell’azionario. Nonostante ciò l’attuale forza dello Yen continua a rimanere elevata con lo USD/YEN comunque non lontano dai minimi storici. Questa situazione limita la crescita economica del Paese che fonda gran parte del suo vigore sulle esportazioni e che vede gli Stati Uniti come secondo maggior importatore delle proprie merci subito dopo la Cina.
Anche la Sterlina ha risentito dell’annuncio della manovra Fed e si è rafforzata durante la settimana in modo deciso nei confronti del Dollaro (oggi GBP/USD sopra 1,62 cioè su livelli che non si riscontravano da gennaio) e meno verso Euro (EURO/GBP 0,867). Ieri la BoE ha confermato i tassi allo 0,50% e non ha accennato a possibili interventi di quantitative easing, soprattutto alla luce deirecenti dati sorprendenti sul Pil del terzo trimestre e dei ritmi sostenuti di crescita e inflazione che non si conciliano con l’attuazione di simili manovre.