La Bce pronta ad alzare: episodio isolato o inizio di una serie?

Per un attimo la catastrofe giapponese e le potenziali ripercussioni sull’economia internazionale avevano messo in forse l’annunciato rialzo del P/T Bce ad inizio aprile: le recenti dichiarazioni provenienti da più membri della nostra Banca centrale sull’opportunità di procedere comunque, hanno dissipato i dubbi.  Il 7 aprile quindi il pronti contro termine (tasso di riferimento della politica monetaria europea) verrà portato all’1,25% dall’attuale 1%.

Il P/T all’1% entrò in vigore il 13 maggio 2009: sono quindi quasi due anni di tassi invariati. Non è il periodo più lungo: infatti tra giugno 2003 e dicembre 2005 il P/T restò fermo al 2%.

L’ultima volta che la Bce alzò i tassi fu nel luglio 2008: con una decisione reputata “inopportuna” portò il P/T al 4,25% dal 4%. L’inopportunità di quella decisione era legata alla virulenza della crisi dei mutui subprime e di quella interbancaria che avevano già iniziato a contaminare l’economia reale. L’unica, ma non trascurabile motivazione per quel rialzo, è da ricercarsi nello statuto della Bce che fissa come obiettivo programmatico di inflazione il 2%: a luglio del 2008 l’inflazione toccò il 4%, massimo storico dall’introduzione dell’Euro e i timori di assistere ai tanto temuti effetti di “secondo livello” erano decisamente aumentati visto oltretutto che i prezzi alla produzione in quel periodo salirono dell’1,2% su base mensile portando il dato tendenziale al 7,1%. Era ipotizzabile che le imprese avrebbero presto trasferito gli aumenti dei prezzi sui prodotti finali. Ciò che colpì allora fu che la Bce si mosse in controtendenza rispetto alla Fed: questa aveva iniziato ad abbassare i Fed Fund con vigore nel tentativo di arginare la crisi in atto nonostante un’inflazione che s’impennava (5,5%): nei primi cinque mesi del 2008 il Fed Fund passò dal 4% al 2% e a ottobre venne abbassato all’1,5%.

Ma torniamo al presente: è nuovamente l’inflazione a far muovere la Bce. Il rialzo del petrolio e del prezzo di materie prime e generi alimentari ha condotto l’inflazione tendenziale di febbraio al 2,4%. Tale livello probabilmente verrà anche superato nei prossimi mesi pur in uno scenario di prezzo delle materie prime stabile o in leggero rientro. Inoltre il 2011, almeno il primo semestre, dal punto di vista della crescita appare più pimpante del previsto. In questo contesto di inflazione ben superiore agli obiettivi Bce e di ripresa economica, i mercati hanno modificato le loro aspettative sul comportamento della banca centrale. Le previsioni si sono portate a prevedere un prossimo aumento del P/T a luglio all’1,5%, uno successivo ottobre all’1,75%: in questi ultimi giorni stanno parzialmente portandosi ad inglobare un P/T al 2% per fine anno.

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