5 febbraio 2010
Complessivamente in settimana i rendimenti dei Bund sono risultati in calo su tutte le scadenze con
quella a 2 anni che si presenta sotto l’1% per la prima volta. Il Bund 10 scende al 3,12%, dal 3,21% di
venerdì scorso. La discesa dei titoli tedeschi ha trovato sostegno sia dal calo delle borse sia dallo
switch con i periferici europei. Visto lo stretto legame Bund – Irs specie sulle scadenze medio lunghe, i
tassi Irs 5-10 anni hanno beneficiato del ribasso dei governativi tedeschi di pari durata; l’Irs 10 anni
oggi lo troviamo al 3,34% dal 3,44% di venerdì scorso, su livelli comunque ancora sopra i minimi
degli ultimi 12 mesi (3,27%) e il minimo storico di sett. 2005 (3,14%). I tassi IRS su tutte le scadenze
fino a 5 anni sono oggi invece sui nuovi minimi storici. La scadenza 5 anni scende al 2,51% dal 2,63%
della scorsa settimana; il tasso 2 anni scende per la prima volta sotto l’1,60% (1,58%), mentre il 3 anni
sfonda abbondantemente il 2% arrivando all’1,94%. Il ribasso sul tratto 2/3 anni dei tassi IRS è stato
inferiore a quello registrato dai Bund, conseguentemente ad un allargamento di circa 5 cent. dei
rispettivi spread che balzano nella fascia 0,55% - 0,60%, denotando come i mercati vedano ancora
pericoli di instabilità per il mercato interbancario su tale arco temporale.
L’ingente liquidità sempre presente in attesa dell’operazione di fine tuning di martedì prossimo sta
gonfiando i depositi presso la Bce (oltre 250 mld) e permette ulteriore ritocco al ribasso del fixing
Euribor 3 mesi (0,663%). A loro volta, I tassi Future Euribor 3 mesi, coerentemente con la discesa dei
tassi Irs registrano un significativo ribasso portandosi anch’essi sui minimi di sempre; per dicembre
’10, l’Euribor 3 mesi è visto scendere sotto l’1,40%; per giugno ’11 all’1,80% e per fine prossimo anno
al 2,20% circa. Unica scadenza a salire, rispetto ai dati della scorsa settimana, è stata quella più
ravvicinata di marzo (0,71%) influenzata probabilmente dal fatto che in occasione della riunione di
inizio prossimo mese la Bce si pronuncerà sul programma di uscita dalle misure straordinarie a
sostegno del credito varate nell’ultimo anno e mezzo. Questo appuntamento potrebbe portare qualche
tensione sui tassi a brevissimo termine visto che l’obiettivo Bce (P/T fermo all’1% alla riunione di
giovedì scorso) sarà quello di riportarli su valori più prossimi al P/T, mentre oggi (Eonia allo 0,31%)
sono schiacciati verso il tasso depo (0,25%). Con una crescita europea precaria e disomogenea e con
un’inflazione che ancora giovedì la Bce ha affermato di vedere assolutamente sotto controllo, i mercati
si stanno tuttavia convincendo che difficilmente si possano ipotizzare interventi sul livello del P/T nel
corso del ’10; in questo caso rimarrebbe solo più una manciata di centesimi di ribasso a disposizione
per le attese Euribor per fine ’10 (nostra previsione 1,35%, livello coerente con un P/T all’1%, con una
situazione normalizzata della liquidità e un Overnight appena sopra il P/T e un “premio - rischio” per
la provvista interbancaria a 3 mesi).
Sui tassi a medio/lungo è difficile esprimersi in questa fase: da un lato un eventuale recrudescenza dei
problemi in atto lascerebbe spazio ad ulteriori significative riduzioni per i tassi più lunghi (minimo del
Bund 10 ultimi 12 mesi a 2,93%); dall’altro il tasso di inflazione Ue 2010, per basso che sia, sarà
comunque di circa l’1% più alto del 2009: questo rende gli attuali rendimenti a lungo sottostimati.