EURIBOR IN RIALZO DOPO DRAGHI

15 gennaio 2013 - Da alcuni giorni l'Euribor 3 mesi ha iniziato a salire seppur in maniera quasi insignificante. Ha contribuito la conferenza stampa di Draghi post riunione Bce ...

Il punto sulla liquidità nel mercato interbancario e la finestra di fine gennaio.

Quali pericoli dalle politiche ultraespansive di Fed e Boj ?

Il raffreddamento da parte del governatore della Banca centrale europea Mario Draghi della prospettiva di un taglio del costo del denaro a breve continua a spingere al rialzo l'Euribor, fissato sulla scadenza trimestrale allo 0,202% (fixing di oggi 15 gennaio 2013) da 0,199% di ieri (minimo storico allo 0,181% segnato il giorno 11 dicembre 2012).

Oltre a ciò sta influendo sul rialzo, seppur modestissimo dell’Euribor, l’approssimarsi della finestra di fine gennaio, periodo in cui le banche che avevano preso denaro dalla Bce attraverso il P/T a 3 anni, potranno decidere di rimborsare anticipatamente: probabilmente non vi saranno importi consistenti dei rimborsi ma non è da escludersi che qualche banca che aveva preso fondi precauzionalmente, ritenga passata l’emergenza e quindi provveda al rimborso riducendo di conseguenza l’eccesso di liquidità che resta comunque sempre elevatissimo.

Tale eccesso di liquidità continua a tenere bassissimi i tassi a brevissimo.

Sempre sul fronte liquidità si segnala il continuo calo dei depositi overnight presso la Bce anche se rimangono su livelli ancora anormalmente alti (230 mld di euro circa; prima della crisi dei mutui subprime i depositi veleggiavano su pochi centinaia di milioni di euro - non è un errore di battitura, sono proprio milioni contro miliardi di oggi).

Resta in sottofondo nel contribuire a mantenere bassi i tassi a brevissimo la continua mancanza di fiducia tra singoli istituti di credito a livello europeo.

L’eccesso di liquidità dovuta alle politiche monetarie super espansive delle principali banche centrali, è uno degli elementi che sta contribuendo alla crescita della propensione al rischio riscontrabile in questo primo scorcio di anno. La soglia di attenzione da parte delle autorità monetarie sulla nascita di possibili bolle speculative dovrebbe essere alzata progressivamente nei prossimi mesi: il pericolo è soprattutto quello di vedere la bolla formarsi sulle materie prime con le immaginabili conseguenze sulla crescita.

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