La revisione al ribasso delle stime di crescita e inflazione per il 2015-2017 e la disponibilità a intervenire con un potenziamento del “Qantitative easing” hanno condotto ad un indebolimento dell’euro (eurousd appena sopra 1,11) e ad una limatura sui rendimenti governativi e sui tassi (Btp 10 anni 1,93%; Bund 10 0,74%; Irs 10 1,07%). Il fatto che la Bce si sia dichiarata disponibile a rafforzare il suo programma di acquisto titoli fornendo liquidità, sta favorendo i mercati azionari.
La Banca centrale europea ha tagliato le stime di crescita e inflazione per la zona euro per tutto il triennio da qui al 2017, sottolineando le preoccupazioni per un aumento dei rischi che gravano sulla congiuntura economica. Nell'aggiornamento trimestrale delle previsioni a cura del suo staff, rese note oggi durante la conferenza stampa del presidente Mario Draghi successiva al meeting di politica monetaria, la crescita del Pil della zona euro viene indicata a un +1,4% rispetto al +1,5% della stima dello scorso giugno; per il 2016 si passa a +1,7% dal precedente +1,9%, per il 2017 a +1,8% da +2,0%.
Per quel che riguarda l'inflazione, la Bce la vede ora allo 0,1% sul 2015, contro lo 0,3% stimato tre mesi fa; per il 2016 la stima passa a 1,1% dal precedente 1,5% mentre per il 2017 a 1,7% da 1,8%.
In conferenza stampa Draghi ha sottolineato che le stime si basano su informazioni raccolte fino alla data dello scorso 12 agosto e che gli eventi che si sono succeduti da allora pongono ulteriori rischi al ribasso sulle proiezioni stesse. L’indebolimento delle prospettive di crescita per l’economia cinese e per i paesi emergenti potranno avere ricadute negative sul clima di fiducia e in questo modo condurre a rischi al ribasso su crescita e inflazione.
Sul fronte tecnico, che riveste tuttavia rilevanza per le implicazioni che ne conseguono, la Bce innalzerà il limite di acquisti su singoli titoli da 25% a 33%; il programma “quantitative easing” proseguirà oltre settembre 2016 se necessario. Il “qe” sta avendo un impatto positivo sui costi e sulla disponibilità di finanziamenti a imprese e famiglie e sta conducendo ad un miglioramento seppur tenue del mercato creditizio.