CAFFE’ ESPRESSO

15 settembre 2025 - Downgrade della Francia.

L’agenzia di rating ha bocciato venerdì lo stato delle finanze pubbliche francesi, declassando di un gradino i titoli di stato, da AA- ad A+, livello più basso mai registrato da Parigi.

 

Il calendario segna altre due date cruciali: il 24 ottobre, quando arriverà il rating di Moody’s, e il 28 novembre, con quello di Standard & Poor’s, che a maggio aveva confermato l’AA-.

 

 

 

Sempre venerdì, l'agenzia ha alzato il rating di credito sovrano a lungo termine di Madrid da A ad A+, citando un miglioramento delle finanze guidato dal settore privato, sostenuto da elevati risparmi e solide esportazioni.

L'economia del Paese ha registrato un'espansione costante dopo la pandemia, superando la lenta crescita degli altri paesi dell'Eurozona. Il governo prevede che il prodotto interno lordo aumenterà del 2,6% quest'anno.

 

 

Mentre perdurano le preoccupazioni sulla sua indipendenza, la Federal Reserve sarà una delle principali banche centrali che si riuniranno questa settimana per definire la politica monetaria e la sua decisione potrebbe dettare il tono dei mercati per il resto dell'anno.

Gli investitori si aspettano che l'istituto riprenda ad allentare i tassi dopo una pausa di nove mesi. Nelle ultime due settimane, le cattive notizie sul fronte occupazionale e i dati moderati sull'inflazione hanno rafforzato le attese per un taglio da almeno 25 punti base al Fomc di martedì/mercoledì, senza escludere un più corposo -50 pb. Entro dicembre sono prezzati almeno 75 pb di riduzione.

 

Sempre mercoledì arriverà anche il verdetto sui tassi di Bank of Canada, che stando alle attese dovrebbe ridurre il costo del denaro di mezzo punto percentuale a fronte del deterioramento del mercato del lavoro e di un'economia stagnante.

La Banca d'Inghilterra dovrebbe invece mantenere i tassi invariati e rallentare il QT giovedì, mentre gli operatori hanno rinviato le previsioni di futuri tagli, citando un'inflazione vischiosa.

Anche la banca centrale norvegese si riunirà giovedì. I mercati stimano una probabilità di circa il 70% di una riduzione dei tassi di un quarto di punto, sebbene anche in questo caso permangano preoccupazioni sul fronte prezzi.

 

Un rialzo dei tassi al board in calendario venerdì sembra un'ipotesi remota. Il Giappone non saprà chi sarà il suo prossimo primo ministro prima del 4 ottobre, e i candidati favoriti sono molto distanti nelle loro opinioni sulla politica fiscale e monetaria.

 

Un'altra complicazione per i banchieri centrali nipponici è il potenziale allentamento della Fed. Un rialzo dei tassi in tale contesto potrebbe turbare il già fragile mercato obbligazionario giapponese, accelerare il rafforzamento dello yen e far scendere le azioni dai massimi storici.

I mercati prezzano al 50% la probabilità di un inasprimento monetario entro fine anno.

 

La produzione industriale e le vendite al dettaglio cinesi hanno registrato la loro crescita più debole da circa un anno ad agosto, mantenendo la pressione su Pechino affinché implementi ulteriori misure di stimolo per contrastare il brusco rallentamento della seconda economia mondiale.

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