Con l'inflazione annua scesa il mese scorso sotto il target della banca centrale e un'economia stagnante, ci si attende oggi l'ottava riduzione del costo del denaro da parte di Francoforte, che porterà il tasso sui depositi al 2%, livello considerato neutrale. L'attenzione degli investitori andrà alle parole di Christine Lagarde e all'aggiornamento delle stime dello staff che forniranno indicazioni sul prosieguo del ciclo di allentamento, tra le pesanti incognite legate ai possibili effetti delle sempre più imprevedibili politiche commerciali Usa.
C'è un crescente consenso di mercato sul fatto che la Bce farà una pausa a luglio, con un'altra riduzione ipotizzata entro la fine dell'anno. È improbabile, tuttavia, che Lagarde darà agli operatori la conferma che cercano, sottolineando la totale dipendenza dai dati.
Nel breve termine l'inflazione potrebbe scendere ulteriormente e persino portarsi al di sotto dell'obiettivo, rafforzando la tesi di tagli più significativi del previsto. Ma fattori come i dazi e l'aumento della spesa pubblica potrebbero esacerbare le pressioni sui prezzi nel lungo termine, inducendo l'istituto a maggiore cautela.
Si prospettano toni più dovish di quanto inizialmente atteso, intanto, oltreoceano dopo che i recenti dati deboli su servizi e mercato privato del lavoro hanno riportato sul tavolo l'ipotesi di un allentamento monetario entro dicembre.
Si dà una probabilità di circa il 75% di un intervento a settembre, sebbene i policymaker si siano ben guardati dall'avallare tale ipotesi viste le incertezze del quadro economico legate alle scelte della Casa bianca.
Gli occhi vanno a domani quando dal Dipartimento del Lavoro arriverà l'aggiornamento di maggio sui nuovi occupati, con un aumento previsto di 130.000 posti e una disoccupazione stimata stabile al 4,2%.
In dati appena diffusi sugli ordini all’industria in Germania hanno segnato ad aprile un incremento mensile dello 0,6% dopo il +3,6% del mese prime e a fronte di attese a -1,0%.