I governativi italiani sono stati penalizzati ieri dall'acuirsi delle tensioni commerciali tra Usa e Cina, con scambi all'insegna della cautela in vista del meeting Bce di giovedì, dal quale si dà per scontato un nuovo taglio dei tassi al 2%.
Il sentiment resta fragile e gli operatori si attendono un aumento della volatilità, tra i timori di un inasprimento della guerra commerciale dopo l'annuncio trumpiano di un possibile raddoppio dei dazi sull'acciaio - la deadline è domani - e le preoccupazioni relative al tetto del debito statunitense.
Questa settimana il Senato Usa inizierà a esaminare un disegno di legge su tasse e spese che aggiungerà circa 3.800 miliardi di dollari al debito del governo federale da 36.200 miliardi.
Da Eurostat in mattinata la stima preliminare dell'inflazione di maggio relativa all'intero blocco, dopo che ieri le statistiche sulla manifattura hanno evidenziato un attenuazione del calo, con il comparto che si avvicina alla stabilizzazione.
Il dato non dovrebbe comunque avere forti ripercussioni sui mercati dato che le analoghe stime relative alle maggiori economie della zona euro sono state diffuse la scorsa settimana.
Intervenendo ieri sera, il consigliere Goolsbee ha detto di continuare a credere che la banca centrale sarà in grado di abbassare i costi di prestito dopo che sarà stata dissipata la "nebbia" dell'incertezza derivante dalle politiche tariffarie della Casa bianca.
Dopo i dati deboli sulla manifattura statunitense a maggio, quelli sul mercato del lavoro - in calendario venerdì - aggiungeranno un tassello cruciale alla lettura del quadro economico, con un aumento previsto di 130.000 nuovi occupati a maggio e una disoccupazione stabile al 4,2%.
Il rialzo della disoccupazione sarebbe uno dei pochi sviluppi che potrebbero indurre la Fed a riconsiderare la possibilità di un nuovo allentamento, dato che gli investitori hanno ampiamente rinunciato a un taglio questo mese o il prossimo. Si dà una probabilità di circa il 75% di un intervento a settembre, sebbene i policymaker si siano ben guardati dall'avallare tale ipotesi.
L'attività manifatturiera cinese a maggio si è contratta per la prima volta in otto mesi, secondo quanto ha rivelato oggi un sondaggio condotto nel settore privato, con le tariffe statunitensi che stanno iniziando a danneggiare i produttori.
Il dollaro resta vicino ai minimi da sei settimane.