Tutta in positivo è trascorsa la seduta di ieri, in cui il calo dei rendimenti si è accentuato nel pomeriggio dopo la pubblicazione dei dati sul settore dei servizi Usa che hanno mostrato un comparto inaspettatamente in rallentamento a gennaio, offuscando i numeri forti giunti sul fronte dell'occupazione nel settore privato.
Sul fronte Bce, il capo economista Philip Lane sosteneva ieri la necessità di un allentamento "misurato" della politica monetaria. Gli occhi degli operatori sono a domani quando Francoforte pubblicherà le sue stime aggiornate del cosiddetto tasso di interesse neutrale.
Banca d'Inghilterra dovrebbe varare un taglio del costo del denaro pari a un quarto di punto rispetto all'attuale 4,75%, portando i tassi britannici al minimo degli ultimi 18 mesi. Meno unanimi le prospettive nel medio termine, in considerazione dei rischi al rialzo sull'inflazione. In un orizzonte a fine anno gli economisti ipotizzano una riduzione dei tassi da un punto pieno, mentre il mercato dei derivati prevede due soli allentamenti, vale a dire un taglio da 50 centesimi.
Mentre permane forte incertezza riguardo alle prossime mosse di Trump sulle tariffe e non solo - come più volte sottolineato anche da diversi membri apicali della Fed negli ultimi giorni - stando a dati resi noti ieri il deficit commerciale degli Stati Uniti si è fortemente ampliato a dicembre, quando le importazioni sono salite a un livello record, con la minaccia di una guerra commerciale che sembrerebbe aver spinto le imprese ad affrettare gli acquisti di beni prodotti all'estero, come metalli finiti e computer.
In base a statistiche rese note di prima mattina, gli ordinativi industriali tedeschi hanno segnato a dicembre un balzo congiunturale del 6,9%, dopo il tonfo del 5,4% del mese prima, superando di gran lunga le attese pari a +2%.