Mercato particolarmente nervoso e volatile. Ieri, i rendimenti euro sono scesi bruscamente dopo che il presidente Usa ha annunciato l'imposizione di tariffe su Canada, Messico e Cina minacciandole sull'Europa e spingendo gli investitori verso asset sicuri come le obbligazioni tra i timori di una guerra commerciale generalizzata. Tuttavia, i rendimenti hanno recuperato parte del loro calo nel corso della volatile sessione europea, quando si è saputo che i dazi sul Messico saranno sospesi per un mese. In serata è arrivata la notizia che la Casa Bianca ha deciso di mettere in pausa per lo stesso periodo anche le tariffe nei riguardi del Canada, alimentando tra gli operatori una sensazione di incertezza.
Si pondera anche il dato sull'inflazione dell'area dell'euro, che ha mostrato una leggera accelerazione dei prezzi pur rimanendo su una traiettoria che potrebbe consentire a Francoforte di tagliare ulteriormente i tassi già a marzo.
I cinesi hanno annunciato a loro volta tariffe all'import di alcuni beni Usa. Le tariffe paventate coprono quasi la metà di tutte le importazioni statunitensi e richiederebbero agli Stati Uniti di più che raddoppiare la propria produzione manifatturiera per coprire il divario - un compito irrealizzabile nel breve termine.
Particolarmente scarna l'agenda odierna. Dati pubblicati ieri hanno mostrato una ripresa del settore manifatturiero statunitense a gennaio, per la prima volta in oltre due anni, sebbene il costo delle materie prime sia salito notevolmente ed è probabile che continuerà ad aumentare in seguito ai dazi.