Dopo l'atteso taglio dei tassi Bce di ieri, l'attenzione si proietta sulle decisioni di Federal Reserve della prossima settimana.
Come ampiamente previsto, la banca centrale ha ridotto i tassi di un quarto di punto percentuale e limato verso il basso le aspettative di crescita, optando per un approccio particolarmente cauto riguardo al prosieguo dell'allentamento. In conferenza stampa Lagarde non ha voluto prendere alcun impegno riguardo al consiglio di ottobre, ribadendo che l'istituto procederà in base all'evoluzione del quadro macro meeting-by-meeting.
Gli investitori continuano a scontare pienamente un ulteriore taglio da un quarto di punto a dicembre. La curva dei rendimenti si è appiattita, con il tratto a 10 anni poco mosso e quello a 2 - maggiormente sensibile alle aspettative di politica monetaria - in forte calo. L'euro si è apprezzato sul dollaro.
Un taglio in ottobre resta improbabile al momento. Per una mossa prima di dicembre sarebbero necessarie sorprese particolarmente negative sul fronte della crescita.
Con un'agenda macro piuttosto scarna, il focus si sposta alla due-giorni Fed della prossima settimana, quando la banca centrale dovrebbe inaugurare il tanto atteso ciclo di allentamento, con un taglio del costo del denaro di un quarto di punto.
Stando alle ultime statistiche diffuse, il numero delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione è aumentato marginalmente la scorsa settimana, suggerendo che i licenziamenti rimangono bassi anche se il mercato del lavoro rallenta. Altri dati hanno mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati leggermente più del previsto in agosto, a riflesso di un'accelerazione dei costi dei servizi.
La combinazione di un quadro occupazionale abbastanza stabile e di un'inflazione in rallentamento ma ancora elevata dovrebbe consentire al Fomc di dar corso a un primo taglio dei tassi mercoledì prossimo.
I mercati scommettono su un allentamento di circa 100 punti base entro dicembre.
Dollaro sotto traccia, sui minimi dell'anno nei confronti dello yen, in vista della mossa espansiva sui tassi Usa sulla cui entità si dividono le attese degli investitori.
Prosegue l'apprezzamento dei derivati sul greggio, che proseguono nel rally innescato dai timori per l'impatto dell'uragano Francine sulla produzione Usa.