CAFFE’ ESPRESSO

2 aprile 2024 - Dollaro forte dopo i dati Usa.

Dopo il lungo ponte pasquale e la chiusura del trimestre, gli investitori si confronteranno in avvio di seduta con i numeri sulle spese per consumi personali Usa, misura dell'inflazione preferita dalla Fed, resi noti venerdì a mercati chiusi.

 

I dati di ieri hanno mostrato che a marzo l'industria manifatturiera statunitense è cresciuta per la prima volta in un anno e mezzo, grazie alla forte ripresa della produzione e all'aumento dei nuovi ordini, pur con l'occupazione nelle fabbriche rimasta bassa; sono aumentati anche i prezzi delle materie prime, suggerendo che l'inflazione potrebbe salire nei prossimi mesi. Venerdì, intanto, i dati hanno evidenziato che l'indice Pce di febbraio ha registrato una crescita moderata, con un +0,3% su mese da +0,4% di gennaio e +2,5% a livello tendenziale dopo +2,4% del mese prima. I numeri confermano che la pressione dei prezzi sta diminuendo, ma con un rallentamento del ritmo rispetto alla prima metà dello scorso anno. La possibilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a giugno resta sul tavolo, anche se il mercato dei futures sui tassi Usa la prezza al 58% rispetto al 64% di una settimana fa. Il dollaro è vicino ai massimi degli ultimi quattro mesi e mezzo. L’eurousd scende a 1,073. Il sentiment rimane pro usd: pur essendo i livelli attuali interessanti per vendere usd in ottica 2024, nel breve potrebbe esserci un tentativo di scendere sotto 1,07. I margini di calo del cross si sono ridotti.

 

Numerosi in giornata gli interventi pubblici previsti da membri apicali della banca centrale Usa. La scorsa settimana Christopher Waller, membro del Fomc, invitava a non affrettare l'ammorbidimento monetario mantenendo tassi higher-for-longer per favorire la discesa dei prezzi sul target del 2% in modo sostenibile e duraturo.

 

 

L'attenzione degli investitori si concentrerà stamani sulla lettura preliminare dei prezzi al consumo tedeschi, dopo che le omologhe statistiche di Francia e Italia, pubblicate sempre venerdì, hanno evidenziato a livello armonizzato rispettivamente un rallentamento al 2,4% su anno e una accelerazione all'1,3%, in entrambi i casi tassi più bassi rispetto alle attese.

 

Nel corso della mattinata prime indicazioni giungeranno dai numeri dei lander mentre alle 14 saranno pubblicati i dati a livello nazionale. Il consensus per l'indice armonizzato converge su una decelerazione al 2,5% annuo dal precedente 2,7%.

 

Domani la stima Eurostat per l'inflazione dell'intero blocco, con attese a 3,0% su anno da 3,1% a livello core.

 

Secondo alcuni analisti, i mercati avrebbero bisogno di sorprese eclatanti per scuotere la fiducia nella tempistica del primo taglio dei tassi Bce, previsto per giugno, mentre i dati sul Cpi potrebbero influenzare le scommesse su ulteriori riduzioni a seguire.

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