Dopo che i numeri di ieri sull'inflazione dell'Eurozona hanno spinto gli investitori a riprezzare al ribasso le aspettative su una stretta Bce al board di questo mese, l'attenzione del mercato sarà catalizzata stamani dalle letture finali sui Pmi del blocco ma soprattutto dai numeri sul lavoro che verranno da Oltreoceano e che forniranno preziose indicazioni in ottica Fed.
Le statistiche Eurostat sui prezzi al consumo di agosto hanno segnalato un indice generale inaspettatamente stabile al 5,6% con una componente core in rallentamento al 5,3% dal 5,5% di luglio, consegnando un quadro misto che complica la vita di Francoforte fornendo munizioni sia ai sostenitori che agli oppositori di un altro incremento dei tassi. La banca centrale ha aumentato i saggi di interesse in tutte le sue riunioni di politica monetaria degli ultimi 13 mesi, mentre i policymaker discutono se fare una pausa, visto il rallentamento dell'economia, o se alzare ancora - come richiesto dai falchi - dato che l'inflazione rimane ben al di sopra dell'obiettivo del 2%. I mercati monetari sono passati a scontare al 30% le probabilità di una nuova stretta da 25 punti base al meeting del 14 settembre, dal 60% di mercoledì.
Ulteriori elementi sullo stato dell'economia del blocco giungeranno dalla carrellata di Pmi previsti stamani, come ogni inizio del mese.Stando al consensus, i numeri finali sulla manifattura ad agosto per la Germania dovrebbero confermare il fosco responso della stima flash, mentre l'indicatore dell'Eurozona, pur rimanendo nettamente in area contrazione, dovrebbe evidenziare un lieve miglioramento così come quello italiano.
Il momento clou della seduta arriverà nel pomeriggio, con le statistiche sui nuovi occupati non agricoli di agosto, che gli analisti interpellati da Reuters ipotizzano in modesto calo a quota 170.000 dai 187.000 del mese prima.
Gli investitori scommettono che la Fed opterà per rimanere fermo al Fomc del 19-20 settembre, mentre il dibattito si sposta sull'eventualità di un ultimo incremento prima della fine dell'anno e sulla tempistica di possibili tagli nel 2024 che saranno dettati totalmente dall'andamento macro.
L'attività delle fabbriche cinesi è tornata sorprendentemente ad espandersi in agosto, suggerendo che gli sforzi del governo per rilanciare la crescita stanno cominciando ad avere i primi effetti, sebbene gli analisti avvertano che è troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza con la debolezza del settore immobiliare e dei consumi delle famiglie che pesa ancora.
Cinque delle maggiori banche cinesi hanno, intanto, tagliato oggi i tassi di interesse su una serie di depositi in uno sforzo coordinato per migliorare i loro margini ridotti, mentre Pechino aumenta le misure per sostenere la vacillante economia del Paese e la banca centrale tenta di stabilizzare lo yuan.
L'andamento del manifatturiero nella maggior parte dell'Asia è rimasto, peraltro, stagnante ad agosto. Il relativo indice giapponese si è ridotto per il terzo mese consecutivo, mentre quello della Corea del Sud ha rallentato ancora a causa delle pressioni salariali e delle esportazioni fiacche.