Dopo una settimana che ha visto il tasso del Btp decennale benchmark scendere sotto il 4% e lo spread sul Bund portarsi sotto la soglia dei 190 punti base, si riparte da 3,89% e 186 pb rispettivamente.
Venerdì sera Fitch ha confermato il rating sovrano dell'Italia a 'BBB' con outlook 'stabile'. L'agenzia sottolinea che da una parte pesa l'alto debito mentre dall'altra ci sono istituzioni forti e un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, ma mette in guardia da una "forte decelerazione" a partire dal quarto trimestre.
Questa settimana prende il via la tornata d'aste di fine mese, archiviata l'emissione del nuovo Btp Italia che ha raccolto quasi 12 miliardi di euro, con gli investitori esteri che hanno sottoscritto il 52% del collocamento riservato agli istituzionali. Quest'anno intanto è destinato a chiudersi con un costo medio all'emissione intorno all'1,5% rispetto allo 0,1% - minimo storico - registrato nel 2021, con le condizioni sui mercati profondamente mutate.
Occhi in giornata su alcuni interventi in ambito Bce. Venerdì la presidente Christine Lagarde ha ribadito che Francoforte potrebbe dover limitare la crescita per contenere l'inflazione, e altri esponenti della banca centrale hanno segnalato un ritmo di rialzo dei tassi più lento e un avvio invece più rapido della riduzione del bilancio.
Venerdì intanto le banche della zona euro hanno rimborsato in anticipo 296 miliardi di euro di fondi Tltro III della Bce, un ammontare decisamente inferiore alle attese. Gli analisti del resto avevano segnalato che anche in caso di un ammontare ben più alto l'impatto sul mercato sarebbe stato marginale, data l'ampiezza - poco al di sotto dei 4.700 miliardi la scorsa settimana - del cuscinetto di liquidità.
Oltreoceano, in settimana i verbali dell'ultimo meeting potranno fornire nuove indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve, dopo i toni 'hawkish' degli ultimi giorni.
Il vertice Onu COP27 si è chiuso con un compromesso considerato da molti al ribasso: verrà istituito un fondo per aiutare i Paesi poveri a fronteggiare i disastri climatici, ma le richieste di limitazioni più rigide sul fronte delle emissioni sono rimaste inascoltate.
I prezzi alla produzione tedeschi a ottobre hanno registrato un calo del 4,2% congiunturale e un rialzo del 34,5% tendenziale, un rallentamento che va ben oltre le attese (+0,9% e +41,5%), mentre l'andamento dell'inflazione resta il 'driver' fondamentale del mercato.
La settimana sarà invece dominata dai sondaggi Pmi e da alcuni dati sulla fiducia nella zona euro, numeri che daranno indicazioni importanti sullo stato dell'economia.
Dollaro in rialzo, mentre i timori legati al Covid in Cina spingono gli acquisti safe-haven.