I membri del Fomc, braccio operativo della Fed, concordano sul fatto che un nuovo rialzo dei tassi dovrà attendere finché non sarà chiaro che il recente rallentamento dell'economia Usa sia stato solo un fenomeno temporaneo, anche se la maggioranza di essi ritiene comunque che un intervento restrittivo arriverà in tempi brevi. È quanto emerge dalle minute dell'ultimo meeting Fed, pubblicate ieri sera. Nonostante un mercato che tuttora attribuisce un'elevata probabilità di un rialzo a giugno (oltre l'80%), la Fed lega il prossimo intervento all'effettivo rimbalzo della crescita, dopo la sensibile decelerazione del primo trimestre. D'altra parte la quasi totalità degli esponenti del board è d'accordo sulla necessità di avviare quest'anno il percorso di riduzione del vasto portafoglio di Treasury e cartolarizzazioni immobiliari presenti nel bilancio della banca centrale.
L'obbligazionario italiano riparte non lontano dai recenti massimi, nonostante la chiusura debole di ieri, ma tornano ad addensarsi le nubi della crisi del settore bancario nazionale. Ha avuto esito negativo l'incontro di ieri tra i funzionari della Commissione Ue, i vertici delle banche venete e il Tesoro; Bruxelles ha detto no a una revisione della richiesta di capitali privati aggiuntivi necessari per consentire la ricapitalizzazione pubblica dei due istituti, riportando sul tavolo, secondo alcuni quotidiani, l'ipotesi di bail in.
Sul fronte Bce continuano a giungere conferme sul fatto che fino a fine 2017 la linea monetaria non subirà variazioni di rilievo. Ieri Draghi ha spiegato che gli effetti collaterali delle misure straordinarie di Francoforte sono rimasti contenuti e che quindi non c'è ragione per deviare dal percorso già tracciato mentre, secondo Praet, servono ulteriori prove di ripresa dell'inflazione prima di ripensare la 'forward guidance' sui tassi. Nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, diffuso ieri, la Bce giudica ancora significativo il rischio di un rapido "repricing" sul mercato obbligazionario globale e parla di rischi contenuti ma in aumento, legati al basso livello dei tassi, al cumulo delle sofferenze e alla debole redditività.
Salgono stamane i prezzi petroliferi. Il dollaro si muove nuovamente sulla difensiva, in scia anche alla pubblicazione delle minute Fed, che sembrano aver smorzato le aspettative più estreme presenti sul mercato riguardo il ciclo restrittivo della Fed.
DATI MACROECONOMICI
GRAN BRETAGNA
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USA
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