CAFFE’ ESPRESSO

2 maggio 2025 - In attesa dei payroll dopo il deludente Pil.

Pechino sta "valutando" un'offerta di Washington per negoziare sui dazi, ha detto oggi il ministero del Commercio cinese segnalando una potenziale de-escalation della guerra commerciale.

Da parte sua, il Giappone potrebbe usare i suoi oltre mille miliardi di dollari di Treasury statunitensi come carta da giocare nelle trattative commerciali con Washington, ha dichiarato sempre oggi il ministro delle Finanze giapponese.

 

Diffusa nel primo pomeriggio di mercoledì, la stima sul Pil Usa al 31 marzo ha scottato gli investitori: nel periodo gennaio-marzo la prima economia mondiale ha bruciato lo 0,3%, penalizzata dal balzo delle importazioni in vista dell'entrata in vigore dei dazi. Ieri, intanto, il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent ha detto che il mercato obbligazionario sta segnalando alla Federal Reserve la necessità di tagliare i tassi di interesse.

 

 

 

L'appuntamento principale sul fronte macro è l'aggiornamento sulla dinamica del mercato del lavoro Usa - tra i principali indicatori cui la Fed guarda per aggiustare il costo del denaro - che ad aprile probabilmente ha risentito dell'incertezza legata alla politiche commerciali dell'amministrazione Trump.

Diffuso ieri l'indice Ism sul manifatturiero di aprile: si è attestato al 48,7, in peggioramento rispetto al precedente 49 ma meglio del consensus che era per un indicatore a 48.

 

In Giappone il tasso di disoccupazione a marzo è risultato leggermente sopra le attese al 2,5%, dal 2,4% di febbraio.

Diffusa ieri la lettura finale del Pmi manifatturiero, che mostra in aprile la decima contrazione consecutiva con l'indice a 48,7, in lieve miglioramento rispetto sia a marzo sia al dato preliminare. Sempre di ieri l'indice sulla fiducia dei consumatori di aprile, che si è attestato a 31,2, in peggioramento da 34,1 di marzo.

L'istituto centrale ha confermato ieri il riferimento sui tassi a 0,5%, ma ha tagliato le previsioni di crescita, suggerendo che l'incertezza sui dazi e i problemi dell'export potrebbero tenere la politica in attesa per un po' di tempo.

 

Il dollaro si avvia a chiudere la terza settimana di fila in positivo, su segnali che fanno pensare a possibili accordi con alcuni partner commerciali e dati sopra le attese.

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