In un mercato che cerca di riassorbire la batosta dei dazi Usa - che ieri ha pesantemente colpito le piazze azionarie, sostenuto i beni rifugio e provocato le critiche dei leader mondiali - l'appuntamento principale sarà con i dati governativi Usa sul mercato del lavoro. L'indicatore assume una particolare importanza in un momento in cui continuano ad acuirsi i timori per una recessione negli Usa con nuovi segnali di debolezza giunti ieri dal settore dei servizi che ha registrato un brusco rallentamento a marzo.
Un dato sotto le attese consoliderebbe l'ipotesi di una Fed più accomodante in futuro. Qualche ora dopo la diffusione dei dati, prenderà la parola il responsabile della Federal Reserve. I futures sui Fed Fund hanno rafforzato le attese sui tagli dei tassi negli Usa quest'anno prevedendone quattro da un quarto di punto percentuale.
Ieri i rendimenti italiani sono scesi, sebbene in modo meno marcato di quelli dei governativi core, con gli investitori in modalità risk-off dopo l'imposizione di dazi più duri del previsto da parte di Donald Trump che hanno esacerbato la guerra commerciale e i timori di una recessione.
In serata Fitch si esprime sul rating italiano, nel primo di una serie di pronunciamenti attesi nelle prossime settimane da parte delle principali agenzie. L'agenzia non dovrebbe rivedere il proprio giudizio dopo aver migliorato l'outlook lo scorso ottobre.
Il previsto aumento della spesa per la difesa, in base ai piani Ue, potrebbe complicare il percorso discendente del debito italiano mentre l'economia arranca in un quadro che potrebbe impattare anche sul rating italiano.
Secondo le minute dell'ultimo board pubblicate ieri, i banchieri euro ritengono che le barriere commerciali statunitensi peseranno sulla crescita - peraltro già modesta - mentre l'impatto sull'inflazione è molto meno certo. Ne consegue che non è per loro possibile al momento impegnarsi ad alcuna mossa specifica in materia di tassi.
Gli investitori sono arrivati ieri a prezzare al 90% un taglio da 25 punti base al meeting del 17 aprile, per poi ripiegare poco sopra il 65%. Il tasso sui depositi è ipotizzato all'1,8% a dicembre.
Crolla il dollaro e lo yen si avvicina al massimo di sei mesi mentre gli investitori digeriscono i dazi Usa.