Data apertamente per scontata una prima riduzione di 25 pb al meeting del 6 giugno, i banchieri guardano con maggiore cautela a tempi e modi dei tagli successivi, mentre gli investitori ipotizzano in 60 pb complessivi l'ammorbidimento da qui a dicembre.
In una giornata priva di spunti macro di rilievo, gli occhi stamani sono ai risultati del sondaggio Bce di aprile sulle aspettative dei consumatori sull'inflazione, ma i dati di maggior peso arriveranno nei prossimi giorni: domani la lettura preliminare sull'inflazione tedesca di maggio, seguita venerdì dagli analoghi numeri a livello di zona euro e dall'indice Pce core sulle spese personali Usa di aprile, misura quest'ultima molto cara alla Fed.
Resi noti questa mattina, i tre indicatori chiave della Banca del Giappone sull'inflazione sottostante sono scesi tutti al di sotto del 2% in aprile per la prima volta dall'agosto 2022, aumentando l'incertezza sui tempi del prossimo rialzo dei tassi di interesse.
Il dollaro è in modesto ribasso su una leggera ripresa della propensione al rischio, ma resta in un range ristretto rispetto ai suoi omologhi in vista dei dati chiave sull'inflazione delle principali economie che questa settimana potrebbero influenzare le prospettive dei tassi di interesse globali.
Il ministro delle Finanze giapponese Suzuki ha detto oggi di essere preoccupato per gli aspetti negativi dell'attuale debolezza dello yen, ribadendo gli avvertimenti delle autorità nipponiche contro movimenti eccessivi della valuta.