Gli scambi della giornata sono destinati a essere improntati a una certa cautela in attesa della conclusione del meeting Fed nella serata italiana. Gli investitori non si aspettano modifiche all'attuale assetto dei tassi ma soppeseranno con molta attenzione eventuali indizi che possano meglio definire la decisione dell'istituto centrale al meeting di marzo. I mercati indicano una probabilità del 45% di un taglio dei tassi Usa in quella occasione, in netto calo rispetto all`88% prezzato a fine 2023. Le previsioni sul totale della riduzione nel corso dell'anno sono per 128 punti base, anche in questo caso in ribasso rispetto ai 160 previsti un mese fa. Possibile che i banchieri avviino, invece, oggi una discussione sul rallentamento del QT. Nel primo pomeriggio, prima del verdetto Fed, verranno diffusi i dati occupazionali Adp sul settore privato a gennaio, tradizionali anticipatori dei numeri governativi in agenda venerdì. Il consensus converge su una lieve flessione a quota 145.000 nuovi posti contro i 164.000 del mese precedente.
Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate inaspettatamente a dicembre e i dati del mese prima sono stati rivisti al rialzo, suggerendo che il mercato del lavoro rimane probabilmente troppo rigido perché l`istituto centrale opti per un taglio già nel primo trimestre.
Complici dati superiori alle attese sull'inflazione spagnola e sulle offerte di lavoro Usa, i rendimenti dell'obbligazionario europeo sono saliti ieri, con quello del Btp decennale schizzato di oltre dieci punti base fino al 3,84%.
Ancora dal lato macro, dopo la stagnazione mostrata dagli ultimi numeri sul Pil dell`area euro, l'attenzione si sposta alle stime preliminari sui prezzi al consumo di Francia e Germania che saranno pubblicate oggi, prima del dato complessivo per il blocco, particolarmente monitorato in ottica Bce, che Eurostat pubblichera` domani.
In Germania, intanto, le vendite al dettaglio a dicembre hanno registrato flessioni dell'1,6% su mese - contro attese a +0,7% - e dell'1,7% su anno.
Una sintesi della riunione di gennaio ha mostrato tra i banchieri nipponici la crescente opinione secondo cui si stanno creando le condizioni per far uscire i tassi di interesse a breve termine dal territorio negativo e mettere gradatamente fine al massiccio stimolo monetario in corso da anni.