CAFFE’ ESPRESSO

20 ottobre 2023 - Si riducono le probabilità di un rialzo Fed entro fine anno.

Per sapere se l'agenzia statunitense ritoccherà o meno il proprio giudizio sull'Italia, attualmente 'BBB' con outlook stabile, occorrerà attendere la chiusura delle piazze Usa di questa sera. Quello di S&P Global è il primo di una lunga serie di pronunciamenti da parte delle agenzie di rating in calendario nelle prossime settimane che, secondo diversi strategist, è probabile si concluda con una o più revisioni dell'outlook da stabile a negativo. Viene considerata ad oggi invece più remota l'opzione di un taglio del rating. Nel caso in cui Moody's, l'unica ad avere già un outlook negativo, operi un downgrade l'Italia perderebbe per l'agenzia il proprio status di investment-grade, scivolando in territorio 'junk'. Qualora S&P Global questa sera confermi il proprio giudizio, la carta italiana potrebbe essere oggetto di flussi in acquisto lunedì prossimo. In caso contrario, saranno probabilmente le vendite a prevalere.

 

L'ultima seduta della settimana riparte da 202 punti base per il premio al rischio tra decennali italiani e tedeschi e da 4,96% per il rendimento del benchmark novembre 2033. Ieri i rendimenti sul tratto a dieci anni sono saliti brevemente oltre il 5% e lo spread con il Bund ha sfiorato i 210 punti base. Il rialzo dei tassi è stato globale con l'equivalente Usa al nuovo massimo di 16 anni al 5%.

 

Nel suo atteso intervento, che tuttavia non ha turbato eccessivamente gli equilibri del mercato, il governatore della Fed è parso ieri allinearsi al parere espresso di recente da altri membri del board secondo i quali il mercato obbligazionario sta facendo parte del lavoro della banca centrale. Tuttavia Powell è parso anche molto cauto nel suo intervento, lasciando la porta aperta alla eventuale necessità di ulteriori rialzi a causa della robustezza dell'economia superiore alle attese, mettendo in luce l'insorgere di nuovi rischi e la necessità di procedere con cautela. Durante l'intervento di Powell i mercati monetari hanno rafforzato le scommesse che danno la Fed alla fine del suo percorso di stretta monetaria riducendo le probabilità di un altro rialzo dei tassi entro fine anno.

 

La stretta targata Francoforte è giunta al capolinea anche se per il primo taglio dei tassi occorrerà aspettare almeno luglio.

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