CAFFE’ ESPRESSO

16 giugno 2023 - Volatilità elevata sull'obbligazionario.

 

Al termine del proprio meeting, la Bce ha diffuso un comunicato che, oltre all'atteso rialzo dei tassi da 25 punti base, ha lasciato intravedere ulteriori interventi per aumentare il costo del denaro alzando contestualmente le stime dello staff sull'inflazione e riducendo quelle per la crescita di quest'anno e del prossimo. Gli argomenti aggressivi di Francoforte - che hanno rafforzato le attese per un analogo rialzo a luglio e a settembre - hanno innescato un iniziale balzo dei tassi seguito poi da un altrettanto deciso calo che, secondo alcuni osservatori, si spiega con l'andamento dei Treasuries dopo i dati macro Usa che hanno messo in luce, ancora una volta, la debolezza della prima economia mondiale. Ieri il tasso del decennale si è spinto fino a 4,24% e quello del 2 anni fino a 3,78% immediatamente dopo la diffusione del comunicato di Francoforte, per poi ritracciare rispettivamente fino a 4,09% e a 3,67%. Lo spread su Bund a 10 anni ha allargato fino a 169 punti base.

Oggi il tasso del decennale di riferimento e il premio al rischio Italia-Germania sulla stessa parte della curva riprenderanno la corsa rispettivamente da 4,14% e da 162 punti base. Secondo alcune fonti, è iniziato in settimana il dibattito interno alla Bce sulla riduzione del "corridoio" tra i tre tassi di interesse dell'istituto centrale.

 

Dopo gli appuntamenti di primo piano con i meeting delle banche centrali, l'evento 'clou' di oggi vedrà ancora protagonista la Bce che, pochi minuti dopo le 12, rende noti i risultati dei rimborsi anticipati, su base volontaria, da parte delle banche della zona euro nell'ambito della Tltro III. A marzo, nell'ultima finestra, gli istituti hanno aderito per 87,7 miliardi di euro che vanno a sommarsi ai 36,6 dell'analoga operazione di febbraio e ai 62,7 di gennaio. Il consistente rimborso che interesserà le banche italiane, per circa 145 miliardi, non produrrà ripercussioni sui titoli di stato italiani né sul sistema bancario nel suo complesso.

 

In linea con le attese di mercato e analisti, l'istituto centrale nipponico ha lasciato invariata la propria politica monetaria, nonostante un'inflazione più elevata del previsto. L'istituto continua a credere che i prezzi al consumo rallenteranno sul finire dell'anno e mantiene l'impegno a sostenere "pazientemente" lo stimolo monetario rafforzando il messaggio del governatore Ueda che non ci sia fretta di ridurlo. La decisione di Tokyo pone l'istituto centrale in controtendenza rispetto a Fed e Bce alle prese con rialzi dei tassi estremamente incisivi per tenere a bada l'inflazione.

 

Pechino rafforzerà lo stimolo a sostegno dell'economia quest'anno anche se i timori per il debito e la fuoriuscita di capitali manterranno le misure orientate a rafforzare la domanda nel settore dei consumi e privato.

 

Eurostat diffonde la lettura finale dell'inflazione del blocco in maggio. Secondo le attese, la dinamica dei prezzi dovrebbe confermare la stima 'flash' a livello annuo di 6,1%.

 

Yen in calo dopo la decisione della Banca del Giappone di mantenere invariata la propria politica monetaria.

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