Valute: quadro di inizio 2011

Il Dollaro ha recuperato terreno ma rimane vulnerabile. L'Euro, alle prese con i problemi dei debiti sovrani regge comunque bene.

La moneta unica, dopo essersi portata sul finire dello scorso anno oltre 1,34, si è progressivamente svalutata contro Dollaro; durante la scorsa settimana, infatti, la rottura della media mobile a 200 giorni posta a 1,3073 ha segnato l’inizio di un ulteriore ribasso dell’EURO/USD sino ad un minimo di 1,286, livello toccato l’ultima volta a metà settembre. Da un punto di vista macroeconomico i dati europei (tra cui gli indici Pmi del settore manifatturiero e dei servizi e gli ordini all’industria) così come quelli americani (indici Ism) si sono rivelati superiori al consenso. L’unica eccezione è rappresentata dai dati occupazionali statunitensi che hanno deluso le aspettative (103mila nuovi posti di lavoro creati; attesi 175mila) e segnalato la perdurante situazione di difficoltà attraversata dal mercato del lavoro Usa.

Tuttavia la moneta unica non è riuscita a trarre vantaggio dalla pubblicazione di tali dati, soprattutto a causa dell’acuirsi delle preoccupazioni sulla sostenibilità del debito pubblico di alcuni Paesi Ue Il recupero del Dollaro durante la scorsa settimana è anche parzialmente imputabile alle decisioni di alcuni Paesi in forte crescita economica (tra i quali il Brasile) di mettere in atto nuove misure per limitare gli ingenti afflussi di capitale estero e la conseguente pressione al rialzo sulla propria valuta su cui inoltre vengono impostate operazioni di carry trade (indebitamento nella valuta di un Paese con bassi tassi di interesse e impiego dei capitali in titoli di Paesi emergenti ad alto rendimento).

Durante la settimana non sono attesi rilevanti dati macroeconomici Usa ed europei ad eccezione dei dati finali sull’inflazione di dicembre e gli appuntamenti più importanti da segnalare sono l’asta di titoli portoghesi a medio-lungo termine di domani e la riunione della Bce di giovedì al termine della quale verranno resi noti i tassi di interesse attesi invariati per il ventesimo mese consecutivo. In assenza di significativi eventi dai quali la moneta unica possa trarre vantaggio per riportarsi oltre 1,30, l’EURO/USD potrebbe individuare come obiettivi 1,28-1,275, intervallo entro il quale rientrano anche importanti soglie tecniche che potrebbero essere raggiunte a breve se l’esito delle aste pubbliche di Portogallo e Spagna (queste ultime fissate tra la settimana in corso e la prossima) dovesse rivelarsi. L’EURO/YEN, dopo un picco oltre 110 ad inizio anno, si è portato sul finire della scorsa settimana ad oscillare in area 107, rinviando momentaneamente gli obiettivi a 112. Ad incidere positivamente sulla valuta nipponica ha contribuito anche una tornata di dati macro superiori al consenso pubblicati tra la

fine dello scorso anno e l’inizio di quello corrente tra cui il Pil del terzo trimestre al 4,5% contro attese del 4,1%. Lo Usd/yen, dopo un minimo di 80,9 a fine anno, si riporta a cavallo di 83, livelli non lontani L’EURO/GBP, dopo aver superato l’obiettivo di 0,85 ed essersi portato ad un massimo di 0,864 all’inizio della scorsa settimana, arretra e si riporta intorno a 0,83. La Sterlina ha seguito lo stesso trend anche contro il Dollaro, indebolendosi sul finire dell’anno (minimo GBP/USD 1,535) e recuperando terreno negli ultimi 10 giorni (oggi a 1,556). In settimana sono attesi i dati sulla produzione industriale e manifatturiera nonché l’annuncio a seguito della riunione della BoE di giovedì del livello dei tassi di giovedì del livello dei tassi di interesse per i quali non è attesa alcuna variazione.

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