La Commissione europea ha rivisto leggermente al ribasso la sua stima di crescita Eurozona per il 2020, dall'1,5 all'1,4% (stabile il 2019, all'1,2%). Come già in primavera, l'esecutivo comunitario nota la dicotomia tra una Europa orientale particolarmente dinamica e una Europa occidentale indebolita invece dalle difficoltà tedesche. La Germania dovrebbe crescere dello 0,5% quest'anno e dell'1,4% nel 2020, mentre continua a fare i conti con la crisi del suo settore auto. Sempre secondo l'esecutivo comunitario, le prospettive globali restano preoccupanti, “i rischi prevalentemente negativi”. Sul fronte italiano, le previsioni della Commissione europea non cambiano: la crescita è stimata allo 0,1% nel 2019 e allo 0,7% nel 2020. L'inflazione, secondo Bruxelles, rimarrà sotto controllo: dello 0,8% nel 2019 e dell'1,0% nel 2020, grazie in particolare a prezzi del petrolio piuttosto bassi e a un travaso limitato dei salari sui prezzi finali, a causa di una domanda domestica debole. Anche nelle nuove stime della Commissione l'Italia resta per Bruxelles ultima classificata -- nella zona euro ma anche nell'intera Ue -- nelle proiezioni di crescita sia quest'anno sia il prossimo. Intanto oggi notizie decisamente positive sul fronte della produzione industriale italiana e francese decisamente superiori alle attese ed in netto rialzo rispetto alla rilevazione precedente. Questi dati conducono ad un rialzo di circa 5 centesimi sui rendimenti Btp e Bund; spread poco mosso. In rialzo i tassi Irs. Limatura sui tassi Future Euribor 3 mesi.
Si chiude la tornata d'aste di metà mese con il collocamento a medio lungo. Il Tesoro offre massimi 5,5 miliardi di euro nei Btp a tre e sette anni: manca la scadenza più lunga dopo la riapertura del 50 anni effettuata martedì per 3 miliardi.
Diffusi ieri sera e relativi al Fomc di fine giugno, i verbali del consiglio mettono in evidenza che molti esponenti già sottolineavano la necessità di un taglio dei tassi nel breve termine in caso dovessero proseguire le frizioni internazionali sul commercio e i timori di rallentamento del ciclo. Ieri Jerome Powell, nell'atteso intervento al Congresso, ha spiegato che i timori per la politica commerciale e il debole scenario che si profila per la congiuntura economica globale "continuano a pesare sullo scenario economico Usa". Powell ha aggiunto che Federal Reserve è pronta ad "agire in maniera adeguata" per sostenere l'espansione economica. In giornata è atteso l'analogo intervento alla Commissione Bancaria del Senato.
A metà seduta il resoconto del consiglio Bce del 6 giugno quando Francoforte ha confermato il livello dei tassi, rinviando la tempistica della prossima possibile stretta a dopo il 30 giugno dell'anno prossimo. Una decina di giorni dopo, da Sintra, Mario Draghi ha aperto a nuove misure di stimolo se l'economia non dovesse ripartire.
Corregge il dollaro negli ultimi scambi sulla piazza asiatica, in reazione ai commenti di Jerome Powell secondo cui Federale Reserve è pronta a intervenire a sostegno della crescita. Una parte del mercato torna così a scommettere su un taglio dei tassi da mezzo punto percentuale nella riunione di fine mese.
DATI MACROECONOMICI
USA
Prezzi al consumo giugno.
BANCHE CENTRALI
EUROPA
Gran Bretagna, Bank of England pubblica rapporto di stabilità finanziaria
Zona euro, Bce pubblica verbali riunione di politica monetaria del 5 e 6 giugno