Pubblicazione in giornata delle minute Bce dell'ultimo consiglio di politica monetaria di metà dicembre in cui la Banca centrale ha varato un aumento dei tassi da 50 punti base ricorrendo a toni apertamente hawkish. Allora, alla riunione seguì un deciso sell-off dell'obbligazionario europeo.
Previsto in mattinata l'intervento della presidente Bce dal forum di Davos.
Gli Stati uniti sono di nuovo alle prese con il superamento del tetto del debito, una delle fonti di preoccupazioni per gli investitori. Washington dovrebbe toccare il limite oggi costringendo il Tesoro a ricorrere a provvedimenti straordinari. Dagli esponenti Fed intanto nuovi solleciti a ulteriori rialzi dei tassi per tenere a bada l'inflazione.
L’inflazione nella zona euro ha rallentato a dicembre in linea con le previsioni, grazie al continuo calo dei prezzi dell'energia che l'avevano precedentemente portata a livelli record. A livello congiunturale il calo è stato di 0,4% per un aumento del 9,2% su base annua. La lettura annuale è in linea con le precedenti stime preliminari e quindi con le aspettative del mercato. I prezzi dell'energia sono scesi del 6,6% su base mensile per un aumento del 25,5% su anno, in calo dal 34,9% del mese precedente. L'energia non è più il principale contributore sul dato complessivo su base annua, aggiungendo solo 2,79 punti percentuali, mentre i generi alimentari hanno contribuito con 2,88 punti percentuali. I beni industriali non energetici sono aumentati di 1,70 e i servizi hanno continuato a crescere di 1,83 punti. Senza le componenti volatili di energia e generi alimentari, i prezzi sono aumentati dello 0,7% su base mensile per una crescita annua del 6,9%. Una misura ancora più ristretta, che esclude anche i prezzi del tabacco e degli alcolici, ha mostrato un aumento dell'inflazione dello 0,6% su mense e del 5,2% su anno. Il dato in linea con il consensus non porta a modifiche sui tassi. Complessivamente si sta assistendo ad un consolidamento / movimento laterale in settimana. Neanche la parziale sorpresa della BoJ che ha lasciato inalterata la sua politica monetaria ha condotto ad oscillazioni se non sul breve medio termine delle obbligazioni domestiche giapponesi. La nostra sensazione che le attese di mercato fossero eccessivamente sbilanciate verso un atteggiamento restrittivo della BoJ, trovava motivazione in alcune considerazioni: la BoJ non ha alzato finora, perché dovrebbe farlo adesso che l’inflazione a livello mondiale sta iniziando a calare? Perché dovrebbe farlo ora che le altre grandi banche centrali stanno considerando di rallentare i rialzi?