CAFFE’ ESPRESSO

10 gennaio 2022 - Treasury all'1,8%; decennale Usa verso il 2%.

Riferimenti per la seduta odierna l'1,33% per il tasso del decennale benchmark e i 134 punti base per lo spread sul Bund, mentre si entra nel pieno di una fase politica delicata con l'elezione del presidente della Repubblica tra appena due settimane che potrebbe aumentare l'instabilità sul mercato, specie nel caso di un passaggio di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale.

Il driver principale per gli investitori resta l'andamento epidemiologico, con l'impressionante aumento globale dei contagi dovuto ad Omicron e i governi che tentano di arginare la situazione con nuove restrizioni ma senza ricorrere a lockdown generalizzati che affonderebbero nuovamente un'economia appena in ripresa.

Sul fronte banche centrali, i mercati si muovono in un orizzonte di stretta monetaria da parte dei principali istituti, inclusa la Bce, in particolare dopo i dati sorprendentemente forti sull'inflazione resi noti venerdì che hanno visto l'indice dei prezzi al consumo spingersi al 5% a dicembre nel blocco, un livello più che doppio rispetto al target del 2%.

Secondo il capo economista Philip Lane, l'inflazione scenderà quest'anno nella zona euro, ma rimarrà sopra il valore a cui Francoforte mira per il lungo termine.

Quanto alla Fed, gli investitori si interrogano su quanto rapidamente arriverà la stretta monetaria negli Usa, con un ciclo di tre rialzi previsti per il 2022. In questo senso, occhi mercoledì alla statistiche sull'inflazione di dicembre che - se riflettesse l'ulteriore surriscaldamento previsto dagli economisti - potrebbe rafforzare le aspettative di un primo incremento a breve da parte dell'istituto centrale statunitense.

 

In questo contesto hawkish, i rendimenti del Treasury decennale, già all'1,8% - massimo da due anni registrato venerdì - guardano alla soglia psicologica del 2%

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